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Cultura

IL DIFFICILE CAMPO DELL’AFFIDO

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Si è tenuta il 21 maggio scorso, nella Sala Conferenze del Centro Polivalente di Piazza Sedile, “La giornata di sensibilizzazione e promozione alla cultura dell’affido”, promossa dal ‘Progetto Famiglie Accoglienti’, in collaborazione con il nostro Consultorio e con il patrocinio di vari comuni tra cui quello di Turi.

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L’incontro è stato preceduto dallo spettacolo gratuito di burattini della compagnia ‘Il Carro’ dei Comici dal titolo “Le Guarrettelle” – Pulcinella e la Tradizione. Esso è stato moderato dalla coordinatrice del progetto Famiglie Accoglienti, Rosanna Santoro, alla presenza dell’assessore comunale alle Politiche Sociali Gianfranco D’Autilia, con la presentazione della pubblicazione ”Famiglie in Movimento – Resoconto dei primi due anni del progetto Famiglie Accoglienti”, curata dai consulenti Michele Corriero e Franco Ferrara.

 

Data la scarsa partecipazione della comunità, l’assessore D’Autilia ha proposto lo stesso incontro a settembre. “Turi vive la dinamica della raccolta delle ciliegie. Ciò che noto però, è che manca anche il volontariato. Stiamo cercando a livello amministrativo di coinvolgere l’associazionismo che non deve significare solo uso dei locali.” La coordinatrice Santoro ha aggiunto che ”il tema dell’affido è ostico in qualsiasi territorio. Siamo delusi dalla mancata partecipazione delle scuole allo spettacolo. Bisogna trovare nuove strategie. La parrocchia e l’associazionismo possono essere una risorsa. Le famiglie sono messe spesso sotto pressione. Viene chiesto troppo; esse, infatti, non possono rispondere sempre alle richieste del territorio.”

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Il dott. Corriero ha illustrato poi i contenuti del testo, vertendo sulla constatazione dell’esistenza del pregiudizio culturale e sul paradosso che pur essendoci un bisogno reale, c’è ancora resistenza verso i servizi e gli esperti. “Uno dei nostri obiettivi è sempre stato quello di voler entrare in punta di piedi nella scuola. Solo così le difficoltà sono state gradualmente superate. Ci sono nel testo delle statistiche. Molte famiglie sono su un livello di prevenzione secondaria il che vuol dire, che il caso è esploso. Noi dobbiamo e vogliamo promuovere il benessere al di là dei problemi. I consulenti svolgono una prevenzione primaria, di accompagnamento delle famiglie verso il benessere. Per far questo ci deve essere l’aiuto della scuola e la sinergia con le istituzioni. Lavoriamo tra tradizione e cambiamento: nei nostri paesi è presente la voglia di emanciparsi, rimanendo legati ai valori.  Attraverso l’elemento dinamico ad esempio, delle coppie di fatto, allargate, il nucleo è stato trasformato. La famiglia contadina è diventata post moderna. Superare il pregiudizio è uno sforzo e il successo deriva dal non essere soli. L’affido viene spesso confuso con l’adozione. È un gesto di grande responsabilità sociale. C’è un lavoro di orientamento da fare perché gli affidi sono ancora pochi sul territorio. Non perché non ci siano famiglie disponibili ma per la difficoltà di fidarsi e affidarsi. Intorno ad esso va creata una rete protettiva. Esse hanno paura perché l’affido è sociale e coinvolge consulenti, psicologhe, genitori naturali. L’obiettivo è il rientro dei minori nella famiglia d’origine dopo circa due anni”.

 

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