E’PARTITO IL PROGETTO PEDIBUS

riceviamo e pubblichiamo
Un autobus che va a piedi. Può sembrare strano, ma è proprio questa la concezione del Pedibus
la nuova iniziativa promossa DALL’ASSOCIAZIONE COMITATO GENITORI TURESI con la collaborazione dell’amministrazione comunale, per gli spostamenti dei bambini quando, per necessità didattiche, devono recarsi la mattina a scuola.
In fila per due, i bambini afferrano una cordicella , un “ genitore autista” sta davanti e un “controllore” chiude la fila: il tutto sotto un costante vigile controllo. L’idea nasce in Danimarca e si sta sviluppando negli Stati Uniti.
Nelle città ingorgate dalle auto, in cui l’aria non è proprio salubre ed il rumore assordante, il diritto alla salute si scontra sempre più frequentemente con il diritto alla mobilità. In questo quadro i bambini sono soggetti deboli che più risentono di queste condizioni non ideali, ma in qualche modo sono anche “causa” di queste stesse condizioni dato che i genitori accompagnano i figli a scuola o alle altre attività frequentemente con l’auto privata.
Qualche cambiamento di abitudine è possibile introdurlo intanto per alcune tratte consuete come quella casa-scuola nei brevi tratti: a giovarne oltreché l’ambiente in generale, sarebbe l’equilibrio fisico e psichico dei bambini.

Altre considerazioni personali (di Lorenzo Gassi)
Andare a scuola a piedi è sempre stato un gioco da ragazzi, o meglio, da bambini! Ricordate? Si andava a scuola senza la macchina e con le proprie gambe, da soli e in compagnia. C’era il nonno che, accompagnandoci lungo il percorso, ci insegnava tante cose utili e preziose. Quando il tempo era bello si scrutava a testa all’insù il cielo azzurro e la forma delle nuvole esplorando la natura intorno a noi. Con la pioggia si usciva ben protetti con tanto di mantelline, stivaletti e ombrellini colorati giocando a schivare pozzanghere che parevano laghetti canticchiando qualche allegro ritornello. Addirittura quando arrivava la neve non si vedeva l’ora di scendere in strada a piedi per giocare a palle di neve con gli amichetti della via. Non mancavano, con questi ultimi, i ritrovi davanti l’edicola per scambiarsi le figurine e per raggiungere tutti insieme la classe prima dei rintocchi della campanella delle 8. I compagni che vivevano più lontano si organizzavano con la propria bici lasciandola a casa del compagno per poi proseguire a piedi fino scuola.
Oggi assistiamo a una grave minaccia che incombe sulla nostra qualità di vita e su quella dei bambini (in primis) ed è costituita da alcuni comportamenti che generano “a catena” un circolo vizioso: i genitori percepiscono un aumento dei pericoli della strada, portano i loro figli a scuola in auto, il traffico aumenta, meno bambini vanno a scuola a piedi o in bici, il traffico aumenta, i genitori percepiscono un aumento dei pericoli della strada e così via… Gli effetti negativi sono visibili a tutti: peggioramento della sicurezza stradale dei pedoni e dei ciclisti determinata dalla congestione di auto intorno ai plessi scolastici, conseguente inquinamento dell’aria e del rumore, conseguente peggioramento della salute (problemi respiratori per lo smog inalato e sovrappeso per i bambini trasportati), peggiore autonomia e apprendimento dei bambini, ecc… Desideriamo una città a misura di bambini o di auto?