“TURI RISCHIA IL DISSESTO FINANZIARIO COME TARANTO”

Ventrella
critico in Consiglio con le ultime amministrazioni
“per il controllo della spesa pubblica occorre
il PEG”
Un
intervento lungo, sostanzioso, non senza controrisposte della maggioranza,
quello di Natalino Ventrella durante lo scorso consiglio comunale. Una
relazione critica su tutto e tutti, sin dalle amministrazioni degli anni ’90 di
Menino Coppi e Michelina Stefanachi, giungendo alla scorsa giunta De Grisantis
e rimarcando tutti gli sbagli, sprechi e lassismi che hanno portato Turi ad un
deficit di oltre 1 milione di euro. Aspre le critiche riferite all’innalzamento
dell’IRPEF e all’annullamento delle agevolazioni ICI per i locali commerciali
nel centro storico e per i bed & breakfast. Ma le fasi del discorso che
hanno colpito maggiormente facevano riferimento allo stato economico del nostro
paese, destinato “a fare la fine della città di Taranto”.
Quanto
al controllo della spesa pubblica, Ventrella, rivolgendosi direttamente al
Sindaco, ha spiegato le motivazioni per cui avrebbe (al suo posto, immaginiamo)
utilizzato il PEG (Piano esecutivo di gestione). “In base all.art. 108 del T.U.
degli Enti locali è obbligatorio per i Comuni con più di 15.000 abitani,
ma viene utilizzato anche da quelli superiori ai 10.000 che, come il nostro,
presentano una difficile situazione come la nostra. Il PEG è lo strumento che
favorisce la distinzione tra le funzioni di indirizzo, che appartengono alla
Giunta e quella di gestione, di competenza dei dirigenti. Esso è importante
perché il politico responsabilizza il tecnico. E’ uno strumento di
programmazione responsabilizzata perché non dice solo cosa si vuole realizzare
con determinate risorse, il dirigente, firmando, dichiara anche la fattibilità.
Queto, sig. Sindaco, aprirebbe la strada al controllo in itinere e, poi, a una
valutazione basata nei risultati senza marcare la separazione di funzioni,
lasciando il PEG ad un elenco di capitoli, con le risorse ma senza obiettivi.
Bisognava da tempo favorire, in questo Comune, il principio per il quale è il
dirigente a gestire, mentre il politico deve dare gli inidirzzi e poi
controllare, in questo caso il PEG comprende al suo interno obiettivi e risorse
e svolge appieno il suo ruolo. In questo caso
molto di più sulla gestione perché il dirigente, incalzato dalle continue
delibere d’indirizzo, non opera in uno scenario predefinito, non ha tempo di
organizzarsi ed il suo ruolo manageriale risulta indebolito, se non completamente
azzerato con la scusa del ritardo e della necessità di raggiungere comunque il
risultato fissato. Non riesco a capire perché, una cosa cosi facile ed utile
per la gestione, ad oggi non sia stata realizzata”. Infine, il consigliere, ha
proposto a tutti gli assessori di seguire l’esempio di quanti hanno rinunciato
all’indennità mensile per favorire la rifioritura economica del Comune.