ANTONIO TATEO: IL GLADIATORE E” TORNATO!
Antonio Tateo nasce a Turi il 27 aprile 1963. Da bambino è un normale bambino, ma la sua prima frase, fra lo sgomento generale, è: da-grande-non-voglio-fare-l’assessore. A 3 anni prende il morbillo. A 5 anni prende la varicella. A 7 prende a… star meglio. A 8 prende a parlare e non si ferma più. Parla tanto, parla troppo, parla nel sonno, parla da solo, parla in compagnia, parla soprattutto quando dovrebbe stare zitto, si parla addosso, parla addosso agli altri, parla e sfinisce i suoi interlocutori. Una chiacchiera tira l’altra, è capace di fare l’alba. Parlare o parlare: questo è il suo dilemma. Colpisce che Antonio Tateo abbia sempre da dire e da ridire: una ne dice, mille ne ridice. Comunque sa quel che dice. Dice ciò che sa. A volte anche ciò che non sa.
Intanto diventa grande. Cresciuto a làtte d’acìjedde. Alcuni sono convinti sia cresciuto a caffè e infatti, quando si fa un’ analisi di sangue, ha costantemente “4 più” di caffeina che non fa bene “lì” e nemmeno “là”. I venti-trent’anni li trascorre andando di fiore in fiore, di palo in frasca, di Tonino Coppi in toninocoppi. L’incontro con il futuro senatore lo scombùssola tutto, gli cambia la vita e pure tenore di vita. E, una sera in piena campagna elettorale, mentre sul palco tesse le lodi del bel Tonino, ha una crisi di logorrea acuta. Lo salva il pronto intervento del ginecologo Nanuccio Valentini. Adrenalinico. Ha picchi di adrenalina come Dolomiti. Si autodefinisce animale politico, alcuni gli danno dell’ animale-da-palcoscenico. Di certo è un guerriero formidabile, abile, scaltro, efficiente. Insomma, un gladiatore! E si pavoneggia. Veste elegante-chic-raffinato. E si trastulla vantandosi di essere bello. Mah.
E veniamo ai suoi hobby. Adora il gioco del calcio. Calciatore mancato. Prova a fare il terzino, prova a fare il centrocampista, provano con le buone a dirgli di… smettere. Il suo ruolo vero? Mezza schiappa di centro-destra, ma con poche aperture e molte chiusure. E siamo a maggio 2007. Non si presenta alle elezioni amministrative, ma spinge gli amici a farlo. Intanto dichiara a destra e a centro-destra che a lui non interessa un posto in Consiglio comunale. Ma il caso ( il caso?) vuole che, dopo 9 mesi di Amministrazione altalenante, fra alti( pochi) e bassi ( molti), arriva il rimpasto ( sic!). Dopo una gestazione laboriosa e dopo un parto faticoso, ecco lì Antonio Tateo spuntare da una costola del sindaco, attaccato-a-cozza al fratello siamese Gino Minoia. Gigantelli non sa chi scegliere, decide di non decidere e va a riflettere in quel di Botrugno. In nome dell’amicizia e della fratellanza, Minoia fa un passo in dietro. L’ennesimo. E dà via libera al nostro ( nostro? Vostro!) Tateo. Tateo il predestinato, il prediletto, il preferito ( del sindaco), il preordinato, il precotto ma indigeribile, indigesto… pesante ( tradotto: jè pesànte!). Alla prossima e… ad maiora!