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DOVE SONO FINITI GLI ULTRAS?

Sono sempre numerosi i fedelissimi che assistono alle partite per incitare i nostri atleti. Uomini e donne senza troppa differenza di numero.

Eppure qualcosa non torna. I più attenti l’avranno notato: gli ultras e la “curva” non ci sono più.

Turi – Annata fino ad ora da incorniciare per le due rappresentative di pallavolo turesi. I ragazzi sono terzi nel girone H di serie B2. Le ragazze viaggiano solitarie al comando della classifica di serie C, nel girone A.

Grazie a loro, e per le sfortunate vicende delle altre società sportive, la pallavolo è diventata il primo sport del paese. Il tifo, e i tifosi, non mancano. Sono sempre numerosi i fedelissimi che assistono alle partite per incitare i nostri atleti. Uomini e donne senza troppa differenza di numero.

Eppure qualcosa non torna. I più attenti l’avranno notato: gli ultras e la “curva” non ci sono più.

Bandiere, sciarpe, magliette, quest’anno sono rimaste negli armadi.

Ma chi sono i veri ultras? Tifosi sfegatati, sopra le righe, con un stile di vita che ruota attorno alla propria squadra del cuore. Sempre lì, a seguire i beniamini per poterli ammirare nelle loro gesta sportive; disposti a viaggiare, ad organizzarsi in qualsiasi modo pur di andare allo stadio (o palazzotto, o palestra che sia) per esultare a squarcia gola durante tutta la durata della partita. Pallavolo, basket, calcio, i tifosi hanno, e devono avere, sempre le stesse caratteristiche.

A Turi trapelano notizie sconfortanti da questo punto di vista: pare che gli ultras, che l’anno scorso componevano la curva bianco celeste del Turi, per l’attuale stagione si siano tirati indietro a causa di problemi banalissimi. Addirittura sembra che sia stato chiesto loro, da parte della società, un piccolo contributo economico per finanziare l’acquisto dei gadjets utili alla stessa tifoseria. La proposta non è stata accettata perchè la modica cifra di 10/15 euro, secondo gli “ex ultras” non dovrebbe essere chiesta ai tifosi che incoraggiano più degli altri la squadra.

Ora c’è da chiedersi. Ma questo è vero tifo? E l’attaccamento alla propria squadra dove è finito? Bastano 15 euro per mandare all’aria la voglia di esultare e incitare? Forse è stata solo una parentesi di qualche mese, in cui i ragazzi con voglia di protagonismo, hanno contribuito, per quanto hanno potuto, a tifare al PalaPertini. Quest’anno le facce non si notano nemmeno tra le file del tifo “normale”. Strano.

La società, a detta dei coordinatori dell’A.S.P. è sempre aperta al dialogo per trovare un punto di incontro e organizzare qualcosa di importante per l’annata in corso, visto che il tifo, quello vero, è sempre ben accetto e utile ad una organizzazione sportiva.

Intanto, nella speranza di rivedere un gremito gruppo di ultras seri, siamo contenti che due bambini, promesse del mondo degli “ultras” turesi, si stiano dando da fare, nel limite delle loro possibilità, ad animare gli incontri casalinghi. Bravi. Un esempio per tutti.

 

 

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