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Cultura

La storia di Sant’Oronzo

La leggenda vuole che un giorno San Paolo consegnasse una sua Lettera… 

 

"Paolo si dedicò tutto alla predicazione, affermando davanti ai Giudei che Gesù era il Cristo. Ma poiché essi gli si opponevano … disse: “… da ora in poi io andrò dai pagani.” E, andatosene di là, entrò nella casa di un tale chiamato Tizio Giusto, che onorava Dio … E una notte in visione il Signore disse  a Paolo: “Non avere paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città"

Atti degli Apostoli, 18, 5-10

La leggenda vuole che un giorno san Paolo consegnasse una sua Lettera a Giusto di Corinto, affinché la recapitasse a Roma. Mentre era in viaggio, san Giusto naufragò presso l’attuale spiaggia di san Cataldo,  nel leccese,  e qui incontrò Oronzo, nato a Lecce presso una nobile famiglia pagana, mentre era a caccia assieme a suo nipote.

Fu Giusto a raccontare ad Oronzo per la prima volta di Gesù. Oronzo domandò subito di essere battezzato, e lo pregò di condurlo a Corinto, per poter incontrare Paolo, l’Apostolo delle genti.

A quel giovane leccese, Paolo raccontò dell’amore di Gesù, di ciò che aveva udito da Dio sulla via di Damasco, gli impose le mani, consacrandolo Vescovo dell’attuale Puglia.

Sant’Oronzo tornò dunque nella sua terra, per predicare Cristo, e in molti si convertirono.

Per sfuggire alla persecuzione voluta da Nerone, Oronzo lasciò Lecce, rifugiandosi prima  a  Ostuni, poi a Turi.

Qui  a Turi, nella “grotta” che poi ha assunto il suo nome, predicava il Vangelo, battezzava, celebrava l’Eucarestia assieme ai nostri antenati. Perseguitato, lasciò Turi per recarsi a Potenza, a Taranto, infine ritornò a Lecce. Fu imprigionato e, all’alba del 26 agosto del 68, rese testimonianza a Dio col sacrificio della vita.

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