TURI, IL CENTRO-DESTRA CHE NON C’E’

Che Turi sia culturalmente di centro–destra, è fuori discussione. Da sempre il suo elettorato ha trovato una collocazione in partiti o movimenti politici che si rifacevano a determinati valori beneficiando di un largo consenso elettorale, ad eccezione di alcuni periodi limitati e circoscritti temporalmente: mi riferisco agli anni ‘80 quando il Partito Socialista a Turi ottenne un diffuso sostegno elettorale e nelle due parentesi di amministrazioni di centro–sinistra dal 1993 al 1997 e dal 2002 al 2007.

Queste due ultime amministrazioni, comunque, intanto furono possibili perché il centro–destra si presentò diviso e per la capacità di alcuni candidati delle liste di centro–sinistra di intercettare il consenso “moderato” che alla fine risultò determinante per le due vittorie.

Quindi, negli ultimi ‘60 anni le amministrazioni di centro–sinistra hanno rappresentato brevi parentesi anche se molto significative circa i risultati conseguiti a favore dei propri “amministrati”.

Tuttavia, come detto, il dato di partenza è che Turi è sostanzialmente di centro–destra. Ma è proprio questo diffuso elettorato che da tempo avverte una crisi di rappresentatività, ed oggi più che in passato a seguito dell’operato dell’attuale amministrazione che fa il paio con quella dal 1997 al 2002 tanto in termini di uomini quanto di risultati e “disarmonia”. Non c’è elettore di centro–destra che non manifesta la propria contrarietà all’attuale amministrazione perché, di fatto, si sente tradita nei “valori” propri del centro–destra, oltre che dai risultati dell’amministrazione, dei quali 3 in particolar modo.

1 ) Il senso delle Istituzioni.

Non è possibile mortificare, fino a svilirlo, il ruolo del Consiglio comunale nel momento in cui tutti i consiglieri di maggioranza e gli assessori disertano in blocco una seduta di Consiglio o addirittura si organizzano due sedute del Consiglio Comunale, per conoscere le motivazioni delle dimissioni del Sindaco, e farle risultare deserte ancora una volta per l’assenza della maggioranza e del Sindaco stesso.

Per non parlare dell’organo esecutivo (la giunta) di cui, da oltre un mese, non si conoscono i componenti e le relative funzioni. I cittadini si chiedono: come può la struttura amministrativa operare senza un riferimento politico certo?

2 ) Il concetto di Patria.

In questo caso per Patria intendo il concetto giuridico e politico di Comune, quindi di interesse generale di tutti i cittadini.

Ebbene, non passa giorno che non vengono fuori privilegi riservati a singoli cittadini a scapito del supremo interesse generale della comunità.

Se a questo si aggiungono i molteplici bisogni presenti nella nostra comunità, ad oggi ancora insoddisfatti  (per tutti, si pensi ai residenti della trav. di via Noci costretti a vivere nella polvere d’estate e nel fango d’inverno), si comprende come anche il “valore” Patria è anch’esso lontano dall’essere osservato;

3 ) Ordine.

Anche questo è lontano dall’essere valore di riferimento. Ormai via XX Settembre e via Maggiore Orlandi sono strade costantemente occupate e la prima, il più delle volte, anche su entrambi i lati tanto da presentare il nostro Comune agli occhi dei residenti e degli “ ospiti “ come una municipalità disordinata con le “regole” costantemente e quotidianamente disattese. Con la conseguenza che non trova posto per parcheggiare neanche il cittadino che deve recarsi in farmacia per necessità sanitarie e per il quale è previsto un posto riservato.

Conclusioni: non basta dirsi del PDL ed indossare la maglia che inneggia a Berlusconi. Serve una classe dirigente capace di rappresentare, nell’agire politico ed amministrativo, la gente che crede in quei valori. Una rappresentanza, quindi, competente e competitiva nella “proposta ideale” che vada oltre il privilegio spicciolo. Ed è qui che casca l’asino: è da circa 20 anni che si avverte questa pesante assenza.