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UNA FARSA INUTILE E COSTOSA: PROCEDIAMO PER GRADI

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Il Sindaco si dimette, anzi no.

Procediamo per gradi. Lunedì 12 luglio, con grande sorpresa generale, apprendiamo che il Sindaco ha rassegnato le dimissioni. Che avesse grandi difficoltà con la sua maggioranza, era noto anche ai non residenti a Turi: è da oltre un mese che ufficializza i nomi degli assessori (a far niente, perché senza incarichi specifici) che puntualmente vengono “rimpastati” e sostituiti con altri perché le logiche di individuazione degli stessi ed il loro coinvolgimento nell’attività amministrativa prescindono totalmente dagli interessi della nostra comunità. D’altra parte, questa è la caratteristica dell’amministrare degli ultimi 3 anni: non si comprenderebbe, altrimenti, come mai in tutto questo tempo, a favore dell’interesse generale, sia stato prodotto pochissimo e distrutto tantissimo.

Per cui, che i problemi fossero solo all’interno della “Casa delle libertà” (in tutti i sensi) lo conferma lo stesso primo cittadino quando, nel suo documento di dimissioni, mai letto in consiglio comunale per le ripetute assenze del Sindaco e dei componenti della maggioranza, sostiene: “…la mancata presa di responsabilità delle forze che compongono la maggioranza consiliare, forze che non hanno recepito per nulla la mia richiesta di responsabilizzazione, atto da me indicato come “indispensabile” per continuare a fare un “gioco di squadra” leale e collaborativo e non già un inutile esercizio di protagonismo e personalismo.

… non colgo quell’autentico “spirito di gruppo e di servizio” che,…, devono caratterizzare una maggioranza che intende realizzare un Programma ambizioso senza inutili perdite di tempo.

Per tutte le suddette ragioni,..…, sono costretto a questo gesto estremo di responsabilità personale”.

Stabilite quindi le motivazioni delle dimissioni (lontane mille miglia dagli interessi della collettività), non si comprendono le responsabilità che il Sindaco, in alcune sue dichiarazioni, e la maggioranza attribuiscono alla minoranza. Percepiamo la solita ingratitudine nei confronti delle persone o gruppi che si dimostrano generosi: la minoranza, non dimentichiamo, oltre ad essere stata molto “responsabile” nei confronti dell’Amministrazione ha perfino “donato” 2 propri consiglieri comunali che, sconfitti nelle urne, si sono sentiti vincitori in consiglio comunale dando quell’ossigeno vitale alla maggioranza numerica (perché quella politica l’hanno persa da tempo) senza del quale non sarebbero necessarie neanche le dimissioni del Sindaco.

Detto ciò, il vice – sindaco, il giorno stesso del protocollo delle dimissioni, senza indugio convoca il consiglio comunale per i giorni 14 e 15 luglio per la lettura della lettera delle dimissioni ai consiglieri. In entrambe le sedute, mancando il Sindaco e buona parte della maggioranza, le sedute vengono dichiarate deserte per assenza del numero legale, con buona pace dei pochi consiglieri presenti, dei dipendenti e del direttore generale impegnati e dei manifesti stampati ed affissi con grande urgenza (come si conviene).

Domanda: chi paga le spese che questa farsa ha comportato?

Ancora, per concludere: il Sindaco giudica il ritiro delle sue dimissioni (libere,  spontanee e da alcuno richieste) come “un gesto di responsabilità” e ci fa tanto pensare al piromane che prima appicca il fuoco e dopo, per senso di responsabilità, cerca di spegnerlo. Ma è proprio normale tutto questo?

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