Green Economy: una rivoluzione a tutti i livelli
Sentiamo sempre più spesso parlare di green economy, data anche la sua enorme importanza per il mondo aziendale e non solo. L’economia verde è “Un modello teorico di sviluppo economico basato su un miglioramento del benessere umano e dell’equità sociale, in grado di garantire al tempo stesso una significativa riduzione dei rischi ambientali e della scarsità ecologica”, questa la definizione fornita dall’UNEP (United Nations Environment Programme) all’interno del rapporto ufficiale Towards a Green Economy – Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication nell’anno 2011.
La Green Economy non si basa esclusivamente sulla crescita economica, bensì anche sull’importanza della valutazione dell’impatto ambientale provocato dai processi produttivi di trasformazione e utilizzo delle materie prime. In altre parole, la Green Economy è finalizzata ad aumentare la resa economica di una società mediante l’applicazione di sistemi produttivi a ridotto impatto ambientale.
Le Nazioni Unite identificano nella Green Economy un’economia in grado di produrre benessere individuale ed equità sociale nel completo rispetto dell’ambiente circostante. Infatti, tra gli obiettivi principali dell’economia verde si individuano la riduzione di emissioni di CO2, l’utilizzo consapevole delle risorse naturali e la maggiore inclusività dal punto di vista sociale.
La Green Economy è un’economia fortemente improntata sulla riduzione di inquinamento ed emissioni nocive in atmosfera, principali responsabili del cambiamento climatico e minaccia continua per la salute di ogni individuo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Europa circa 9 persone su 10 risultano esposte a livelli troppo elevati di inquinamento con ripercussioni importanti sullo stato di salute.
Finalità principale dell’economia verde è ridurre i livelli di inquinamento mediante numerosi interventi sulla mobilità: dall’incentivazione dell’utilizzo di trasporti pubblici e micromobilità, all’implementazione di servizi di mobilità condivisa e mobilità elettrica a livello comunitario.
L’economia verde è inevitabilmente legata all’economia circolare, un modello economico basato sull’aumento dell’efficienza delle risorse e sulla diminuzione della produzione di rifiuti. Infatti, scopo primario dell’economia circolare è limitare l’utilizzo smisurato di risorse naturali per la produzione di beni di consumo e incentivare attività di riciclo e riutilizzo al fine di ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti.
Come l’economia circolare, anche la Green Economy promuove il miglior utilizzo delle risorse e l’incentivazione del riciclo con lo scopo di tutelare l’ambiente e garantire benessere, inclusione e maggiore equità sociale.
Le professioni della Green Economy
Scopriamo ora quali sono le professioni più richieste nell’era della green economy. I green job producono una domanda soprattutto nell’edilizia, nonostante il settore presenti, come rilevato nel Rapporto, una delle più basse percentuali di imprese che hanno investito, o prevedono di investire, in tecnologie green. In realtà, nel comparto delle costruzioni si sta diffondendo una certa sensibilità “verde” legata soprattutto alla riqualificazione degli edifici nel segno del green building, anche sotto l’impulso di rilevanti cambiamenti normativi e di significativi sostegni di politica economica (ecobonus).
Il mercato dell’edilizia sta evolvendo rapidamente verso le soluzioni a basso impatto ambientale e verso una rigenerazione più efficiente delle strutture esistenti. Il tecnico degli impianti sostenibili è il professionista specializzato che si occupa della messa in opera delle nuove soluzioni impiantistiche di tipo idraulico, termoidraulico, di riscaldamento o di raffrescamento. Coordina altri tecnici, installa, esegue la manutenzione e si occupa della regolazione degli impianti per ottenere le dovute performance ambientali. Può coordinare l’acquisto dei materiali, definisce i piani di lavoro e verifica i costi di realizzazione. Per i giovani che accedono alla professione, sia attraverso un’abilitazione tecnica che con una laurea di primo grado, le competenze tecniche sulla sostenibilità e quelle di carattere normativo, saranno la normalità; per chi ha bisogno di riqualificarsi, persino le imprese produttrici di impianti offrono stage di aggiornamento.
Sia che si tratti di impianti rinnovabili che di efficientamento energetico, l’ingegnere è una figura imprescindibile per il panorama attuale delle politiche energetiche, sia in impresa che a livello domestico. Progetta e gestisce impianti in maniera da ridurre i consumi di materie prime e di energia. I settori di applicazione sono quelli industriale, civile, agricolo e dei trasporti. L’iter di studi prevede ovviamente la laurea e, per potersi fregiare del titolo di ingegnere, l’iscrizione al relativo albo. Percorsi di specializzazione post-laurea si rivelano oggi se non indispensabili, certamente opportuni per una maggiore spendibilità del titolo nel mercato del lavoro. Così come esistono corsi e certificazioni che possono caratterizzare ancora meglio gli ambiti di applicazione della professione.