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Cultura

25 aprile, “Un’occasione per migliorarci”

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“Per un momento di memoria vera bastano anche il fiore deposto, il gesto grato, lo scorcio di muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve sosta silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 aprile”. Questa la citazione scelta dal sindaco Tina Resta per riassumere il significato della celebrazione della Festa della Liberazione, la seconda dall’inizio della pandemia, in “tono minore” e con i volti “imprigionati” nelle mascherine.

Come da protocollo, il corteo delle autorità civili, militari e religiose si è riunito davanti a Palazzo di città e ha sfilato lungo via Maggiore Orlandi, preceduto dagli agenti della Polizia Locale, dai volontari della Protezione Civile e dai labari imbracciati dai rappresentati delle sezioni locali delle Associazioni Nazionali dell’Aereonautica, dei Bersaglieri, dei Combattenti e dei Finanzieri. Presente anche l’Ufficiale di Croce Rossa Militare, Giuseppe Capurso, in rappresentanza dell’Area Sud Provincia di Bari.

“Uno sprone a interrogarci sul senso di comunità”

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Raggiunto il Monumento ai Caduti, il primo cittadino ha omaggiato la corona deposta ai piedi della statua dedicata ai turesi che hanno donato la propria vita per realizzare il sogno di un’Italia libera, soffermandosi sul «senso della gratitudine, che si esprime anche nei piccoli dettagli che, per vari motivi, non riusciamo più a cogliere» e sul valore della memoria, «non come arido esercizio mnemonico di date e luoghi, ma come ricerca dei fatti e delle ragioni che hanno mosso una generazione a sacrificarsi eroicamente».

«Il monumento del milite ignoto – asserisce il primo cittadino – rappresenta per Turi e per tutta l’Italia un simbolo che ci deve spingere a riflettere, a migliorarci e a trovare forme di insegnamento etico, valoriale e comportamentale. Questo è il senso del 25 aprile, una giornata voluta da De Gasperi per ricordare la Liberazione dell’Italia, che io voglio onorare assieme a tutte le persone che hanno contribuito con la loro vita».

«Il 25 aprile – prosegue – non deve diventare una “giornata dell’abitudine” o una commemorazione di rito; deve essere uno sprone a interrogarci sul “senso di comunità” che rischiamo di smarrire al pari del rispetto della divisa. Le Forze dell’Ordine costituiscono un baluardo essenziale della nostra sicurezza e dei nostri valori; per questo ringrazio tutti coloro che hanno indossato e indossano la divisa: senza di loro saremmo persi».

«Stiamo vivendo un periodo di battaglie, diverse eppur simili a quelle che abbiamo studiato sui libri di storia; una “guerra” che sta spezzando molte vite umane e che siamo fiduciosi di vincere il prima possibile. In questo momento storico – chiosa – la Liberazione assume molti significati, tra cui quello della “rinascita” che auguro a tutta la mia comunità».

“La libertà ci affranca dagli odî e dalle discriminazioni”

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Dopo l’intervento del sindaco, la parola passa all’arciprete don Giovanni Amodio: «Questo è un momento di grande mestizia, di grande riflessione sulle persone che hanno dato la vita per l’ideale della libertà. Quella libertà che oggi agogniamo e di cui abbiamo compreso il valore solo quando ci è stata tolta in un batter d’occhio».

«Ci uniamo in questo sentimento di riflessione e chiediamo a tutti di collaborare, di essere attenti e rispettosi, di seguire tutte le norme che ci porteranno a riottenere la libertà. Quella libertà per cui si sono battuti e sono caduti i nostri avi che non è fare ciò che vogliamo ma affrancarsi dagli odî, dai conflitti, dalle discriminazioni. La libertà è bella perché mette insieme persone con differenti idee, mentalità e culto».

«Dopo la deposizione della corona, primo dovere, andavamo a compiere un altro momento di gioia alla cappellina di San Rocco: il “Passa passa”. Quest’anno non ci sarà: un altro anno senza il calore delle relazioni; perché il “Passa passa” è la festa delle relazioni, del padrino e della madrina che accompagnano i bambini in questa preghiera alla Madonna».

Se il rito festoso del “Passa passa” si è dovuto rimandare a tempi migliori, non si è persa l’occasione per onorare l’Annunziata con una santa messa, durante la quale don Giovanni ha impartito la benedizione a tutti i bambi, idealmente presenti in Chiesa Madre.

Foto Antonio Gasparro

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