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Cultura

“Ho finito le lenzuola”

Marzo '21

Carlo Giangrande, in arte “Doxa”, colpisce ancora con un nuovo apprezzatissimo striscione; presto fuori l’EP con i Proper Motion

Ridere, o perlomeno sorridere, della pandemia che da un anno attanaglia la nostra nazione non è un affare semplice; anzi, per qualcuno potrebbe risultare addirittura di cattivo gusto, alla luce delle tante vittime mietute dal Covid-19. Tuttavia, come insegnano i più grandi autori della Psicologia – su tutti Anna Freud, figlia di Sigmund – l’ironia è a tutti gli effetti un meccanismo difensivo psicologico, utile per proteggersi dall’angoscia, o comunque da situazioni di disagio; non solo: nelle liste più volte realizzate dai ricercatori che hanno tentato di catalogare le difese della psiche, l’umorismo e l’ironia sono in vetta alle classifiche in quanto rappresentano una delle modalità più mature di reagire ai conflitti. Sdrammatizzare per stemperare le tensioni, dunque, non implica la ridicolizzazione e la connessa sottovalutazione del dramma; al contrario, aiuta a farsi forza, a stringere i denti nel perdurare di una condizione svantaggiante, limitante, di cui, come in questo caso, non si riesce ad intravedere il lieto epilogo.

“Do’ n’ stème a scì d’ chèpe”

Marzo '20

In quest’ottica è possibile inquadrare lo striscione appeso lo scorso anno da Carlo Giangrande, turese classe ’95; a pochi giorni dall’inizio del primo pesantissimo lockdown, sui balconi di tutta la nazione iniziavano a far capolino arcobaleni e frasi di speranza come ad esempio “Andrà tutto bene”, “Ce la faremo”.

In questa sorta di preghiera laica collettiva, innalzata al cielo con migliaia di striscioni, non sono di certo mancati “i casi eccezionali”, spesso connotati da sfumature satiriche. Ne è un esempio lo striscione recante la frase “Dò n’ stème a scì d’ chèpe” – che tradotto sta per “Qui stiamo impazzendo” – realizzato dal nostro Giangrande.

La sua opera d’arte, in poche ore, fece il giro del web, richiamando le attenzioni di migliaia di utenti social e di “Inchiostro di Puglia”, tra le più seguite pagine Facebook il cui tema principale è la nostra terra ed il suo popolo: «All’apice della mia riscoperta creatività e profondamente annoiato dal trascorrere del tempo, ho deciso di rispondere presente all’iniziativa degli striscioni. Essendo una persona dichiaratamente molto cinica, difficilmente avrei scritto “andrà tutto bene”. Per questo motivo ho pensato di scrivere altro. Non sono molto ottimista sul fatto che tutto andrà per il meglio» – spiegava un anno fa ai nostri microfoni.

“Pensavo fosse Covid, invece era malessere”

Dicembre '20

A dicembre 2020, il nostro “striscionista” – anzi, “lenzuolista”, trattandosi di lenzuola – tornava alla ribalta con “Pensavo fosse Covid, invece era malessere”, strizzando l’occhio all’ironia di un gigante quale Massimo Troisi: «A dire il vero – spiega – in quell’occasione ho sfruttato il fenomeno dilagante per esprimere il mio morale a terra in quei giorni, anche a causa di burrascose questioni amorose. Diversamente, in questi giorni, ho avvertito molto panico; molto di più, anche rispetto all’anno scorso. E quello che so fare meglio io quando c’è panico è cabaret, distrarre».

“Ho finito le lenzuola”

E così, dopo le opere di marzo e dicembre ’20, il trittico sembrerebbe chiudersi con “Ho finito le lenzuola”, l’ultima creazione proposta da Giangrande e nuovamente apprezzata dal grande pubblico negli scorsi giorni. Avendo finito le lenzuola, il “lenzuolismo” ha dovuto tradursi in altro, ovvero in “tovaglismo”: «Come ho scritto sullo striscione, ho sul serio terminato le lenzuola utilizzabili, indi per cui ho optato per una tovaglia del ‘15-‘18».

Questa volta hai ricevuto maggiore aiuto da parte dei tuoi famigliari?

«Io direi che ho fatto tutto da me, per il solito “egotrip”, ma in realtà l’idea della frase ha le sue fondamenta in un discorso fatto con mia madre».

Qual è stata la reazione dei vicini di casa?

«Chi mi conosce sa che ogni due, tre mesi potrei fare simili opere d’arte. Forse sono diventato quasi monotono. (No, non è vero)».

Entrando nel merito dell’ultimo “messaggio balconistico”, le parole scelte da Giangrande si prestano a diverse interpretazioni; a scanso di equivoci, gli abbiamo chiesto qual sia il senso più autentico di questo suo ultimo messaggio. «Con la frase “ho finito le lenzuola” – risponde – credo che si possa racchiudere tutto il tempo trascorso dall’inizio di questa pandemia, con un filo di ironia».

L’EP con i Proper Motion

Proper Motion

Agli inizi della pandemia, Carlo Giangrande, conosciuto anche come “Doxa”, ha sfornato alcune strofe Rap/Hip Hop, anch’esse mirate ad una narrazione ironicamente seria e seriamente ironica di sé stessi e del momento storico che stavamo – e tutt’ora stiamo – vivendo; interpellato a tal proposito, spiega: «Dopo i pezzi d’attualità, ho deciso di orientarmi e focalizzarmi maggiormente su progetti personali, tra cui l’EP con il mio gruppo, i Proper Motion, con Gianni Di Rutigliano (producer) e Walter Stragapede (cantante)».

Le parole sono importanti…

In qualità di rapper cantautore, dunque, Doxa è senza dubbio un riferimento se si tratta di analisi lessicali: «Tutte le frasi in cui enfatizziamo uno stato d’animo negativo, come ad esempio “Che ansia!”, “Che angoscia!”, “Che para(noia)!” o “Che presa a male!”, non hanno mai suonato bene come in questo momento. È nostro dovere avere consapevolezza dei momenti in cui pronunciamo quelle frasi e far sì che siano ridotti al minimo».

LEONARDO FLORIO

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