Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

La Madonna del Carmine: dalle origini al Covid

2

Dal profeta Elia a Giovanni XXII, passando per S. Simone Stock: storia del culto e delle apparizioni della Vergine, quest’anno celebrata a Turi in modalità anti-Covid

Il Monte Carmelo, sul quale la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele, la quale si sviluppa in direzione nordovest-sudest, ovvero da Haifa a Jenin. Sempre secondo le Sacre Scritture, al Monte Carmelo, dall’aramaico “Karmel” (giardino), è strettamente legata la Vergine Maria: scopriamo insieme perché.

IL PROFETA ELIA ED IL MIRACOLO

Ben nove secoli prima di Cristo, il profeta Elia salì sul Monte Carmelo, con al seguito il popolo d’Israele affamato da una lunga carestia e vessato da tre anni di siccità. In maniera molto simile a quanto accaduto con la manna miracolosamente piovuta dal cielo ai tempi di Mosè, anche in questo caso tutto si risolse grazie alla Provvidenza divina. Secondo quanto raccontato dalle Scritture, infatti, dalla vetta del Carmelo apparve ad Elia una prodigiosa nuvoletta in forma di figura umana, che ben presto si allargò per poi sciogliersi in una lunga pioggia che ridonò vita e abbondanza alla riarsa terra d’Israele.

Ebbene, la tradizione vuole che quella nuvoletta, trasformatasi in pioggia miracolosa, sia una delle tante figure di Maria, fonte di ogni Grazia. E la stessa tradizione attribuisce ad Elia l’origine dell’ordine monastico che prende il nome dal Monte Carmelo, quello cioè dei Carmelitani: dopo tale visione, infatti, una schiera di discepoli di Elia si raccolse sul molte per custodire la sacralità di quanto accaduto e vivere nello spirito del grande Profeta, anticipando, così, la storia dell’Ordine Carmelo.

I CARMELITANI E LA LORO REGOLA

Il monastero Stella Maris ad Haifa

Storicamente, infatti, l’origine dell’ordine religioso dei Carmelitani si fa risalire alla seconda metà del XII secolo, quando un gruppo di pellegrini occidentali ex Crociati decise di fermarsi sul Karmel, dove venne poi eretta una chiesetta dedicata a Maria; qui avviarono un’esperienza eremitica, la quale avrebbe poi portato alla nascita del suddetto ordine religioso: inizialmente il nome da loro scelto fu “fratelli della Beata Vergine Maria”.

Nel XIII secolo, molti di questi Carmelitani, per lo più europei, passarono in Europa e si diffusero un po’ ovunque, assumendo il titolo di “fratelli di S. Maria del Monte Carmelo”.

Per quanto concerne, invece, la redazione dello statuto (la cosiddetta regola o formula vitae) carmelitano, il primo tentativo venne portato a compimento alle prime luci del 1200 da Alberto di Vercelli, patriarca latino di Gerusalemme: tuttavia, i Carmelitani non riconobbero a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica. Il 30 gennaio 1226, con la bolla “Ut vivendi normam”, il papa Onorio III riuscì a prescrivere le pratiche della regola carmelitana: veglie notturne, digiuno, astinenza, povertà e silenzio.

Nel frattempo, in Palestina, iniziarono a prendere piede i saraceni, con le loro incursioni a danno dei cristiani: intorno al 1235, infatti, molti frati decisero di abbandonare la Terra Santa e l’Oriente per raggiungere, come accennato poc’anzi, l’Europa; da notare l’approdo a Messina, dove fu fondato uno dei primi conventi europei dell’ordine carmelitano.

SAN SIMONE STOCK E LO SCAPOLARE

Lo scapolare carmelitano indossato da Pio X

Negli sviluppi di questo periodo controverso, ritroviamo un episodio straordinario, nel quale figura come protagonista San Simone Stock.

Egli nacque nel 1164 in Inghilterra da una nobile famiglia; sin dall’età di 12 anni, si ritirò in una foresta per vivere di preghiere e, dopo 20 anni, entrò nell’ordine dei Carmelitani. Nel 1247, all’età di 82 anni, San Simone Stock venne eletto sesto priore generale dell’Ordine: durante il suo mandato, si adoperò strenuamente per riformare la regola dei frati e per far sì che il suo fosse un ordine di mendicanti.

Nel 1251, Papa Innocenzo IV approvò quanto stabilito da San Simone Stock, garantendo a tutti i Carmelitani la particolare protezione della Santa Sede, visto anche il periodo storico e la furia dei saraceni. A tal proposito, sempre durante il 1251, più precisamente il 16 luglio, ecco cosa accadde: la Madonna apparve a Simone, da lui stesso invocata per ottenere un aiuto contro la mortifera avanzata saracena. Accompagnata da una moltitudine di angeli e con Gesù bambino in braccio, la Madonna offrì al priore carmelitano uno scapolare: “Prendi figlio dilettissimo, prendi questo scapolare del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita, privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di questo abito non soffrirà il fuoco eterno; questo è un segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e di patto sempiterno”.

L'apparizione della Vergine a San Simone Stock

Ad onor del vero, lo scapolare in questione, entrato poi a far parte della divisa dei Carmelitani, appare notevolmente ridotto nelle dimensioni rispetto allo scapolare medievale, il quale veniva infilato dalla testa per poter coprire il petto e le spalle di molti frati o monaci, nonché per proteggere il loro abito e non insudiciarlo. Lo scapolare carmelitano, invece, consiste in due quadratini di lana, legati da un cordoncino e sui quali è applicata l’effigie della Vergine. Esso sta a simboleggiare i seguenti valori: “consacrazione” di Maria stessa ai suoi figli e, a propria volta, dei devoti a Maria, i quali a Lei consacrano corpo e mente; “consegna di sé a Maria”: il devoto si affida alla protezione di Maria; “intimità familiare” con Maria: i carmelitani venerano la Madonna come Madre e Sorella. “Protego nunc, in morte juvo, post funera salvo!” – avranno, dice Maria, la mia protezione in vita, saranno da me aiutati in morte e dopo la morte li condurrò in cielo.

IL FLOS CARMELIS

Alla Madonna del Monte Carmelo, San Simone Stock dedicò una preghiera intitolata “Flos Carmelis”, ovvero “Fiore del Carmelo”: “Fior del Carmelo, vite fiorita, splendore del cielo, tu solamente sei vergine e madre. Madre mite, pura nel cuore, ai figli tuoi sii propizia, stella del mare. Ceppo di Jesse, che produce il fiore, a noi concedi di rimanere con te per sempre. Giglio cresciuto tra alte spine, conserva pure le menti fragili e dona aiuto. Forte armatura dei combattenti, la guerra infuria, poni a difesa lo scapolare. Nell’incertezza dacci consiglio, nella sventura, dal cielo impetra consolazione. Madre e Signora del tuo Carmelo, di quella gioia che ti rapisce sazia i cuori. O chiave e porta del Paradiso, fa’ che giungiamo dove di gloria sei coronata. Amen”.

LA SECONDA PROMESSA: IL PRIVILEGIO SABATINO

Diversi anni dopo la prima promessa fatta a San Simone Stock, la Vergine apparve nuovamente agli uomini, più nello specifico a Jacques Duèze il quale sarebbe diventato Papa Giovanni XXII nel 1316; ecco cosa gli avrebbe detto, sempre in riferimento allo scapolare: “Coloro che sono stati vestiti con questo santo abito saranno tolti dal purgatorio il primo sabato dopo la loro morte”. Da qui il nome di “Privilegio sabatino”.

Ebbene, per sintetizzare, nella prima promessa la Madonna garantiva la salvezza eterna, mentre con la seconda riduceva la permanenza dell’anima in purgatorio ad un periodo massimo di una settimana: proprio per usufruire di questo duplice privilegio, da oltre sette secoli, i suoi fedeli indossano lo Scapolare del Carmine.

STELLA MARIS

La processione ad Haifa per la Madonna del Monte Carmelo

Soltanto nel XV secolo, grazie alla concessione di Papa Sisto V, i Carmelitani poterono finalmente veder riconosciuta una celebrazione dedicata al proprio ordine, con la quale, inoltre, onorare la Madonna e ringraziarla per la protezione. I Carmelitani inglesi fin dalla seconda metà del XIV secolo celebravano la ricorrenza il 17 luglio ma, nel 1726, Benedetto XIV estese la festa a tutta la Chiesa universale fissandola al 16 luglio.

Per capire invece in cosa consista concretamente questa celebrazione, è necessario rifarsi a tempi ben più recenti, ovvero al termine della I Guerra Mondiale, quando la statua della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo fu riportata al suo domicilio presso la Chiesa di Stella Maris ad Haifa. Da allora, questo episodio viene celebrato ogni anno con una processione, durante la quale i credenti fanno un voto per aiutare a portare la statua in cima al Monte Carmelo. Il corteo parte dalla Cappella della Sacra Famiglia e procede salendo il Monte Carmelo fino alla Chiesa di Stella Maris: fra i partecipanti, solitamente, vi sono il Patriarca di Gerusalemme, vescovi, preti, altri religiosi, le comunità locali arabe e gli scout.

LA FESTA A TURI, PRIMA E DOPO IL COVID

1

“Inizieranno domenica 7 luglio, con la Novena preparatoria, i solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, organizzati dall’Arciconfraternita del Purgatorio. Anche quest’anno il clou delle manifestazioni religiose e civili per omaggiare la Beata Vergine del Monte Carmelo si concentrerà nei due giorni tradizionalmente dedicati alla Madonna: il 15 e il 16 luglio. Il programma dei riti religiosi si aprirà lunedì 15, alle 19.30, con la Santa Messa Solenne presso il Sagrato della Chiesa di Santa Chiara. A seguire, la prima processione che vedrà i fedeli accompagnare la statua della Madonna da Santa Chiara, dove fu adagiata per la prima volta nel 1875, alla Chiesa Madre. Ed è proprio nella chiesa guidata dall’Arciprete don Giovanni Amodio che, martedì 16, si svolgeranno le celebrazioni religiose conclusive: oltre alle tre messe, rispettivamente alle ore 8.00, 10.00 e 12.00, alle ore 12.30 è prevista la supplica della Beata Vergine del Monte Carmelo. Chiude il palinsesto religioso la Santa Messa Solenne delle ore 19.00, seguita dalla seconda processione: la statua della Madonna farà ritorno alla Chiesa di Santa Chiara non prima di aver attraversato le vie cittadine, incorniciate per l’occasione dalle illuminazioni artistiche allestite dalla Premiata Ditta Faniuolo. Più che interessante anche il calendario delle manifestazioni civili che, nei due giorni di festa, darà spazio alla grande tradizione bandistica: l’esibizione della Banda Musicale cittadina “Don Giovanni Cipriani” sarà affiancata dalle note della Bassa Musica “U’ Tammorr” di Mola di Bari. Immancabile, alle ore 21, lo spettacolo finale dei fuochi d’artificio, organizzato dalla ditta “Pirotecnica Moderna” – scrivevamo un anno fa sempre su queste colonne.

Quest’anno, invece? Qual è l’impatto del Covid-19 sui festeggiamenti dedicati alla Madonna del Carmelo? Presto detto. Innanzitutto, sono stati depennati i fuochi d’artificio finali, come anche le due processioni di rito: tutto si risolverà, quindi, nella giornata del 16 Luglio con una Santa messa. Il che – se ci è concesso – è già di per sé un miracolo, considerate le attuali circostanze storiche.

LEONARDO FLORIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *