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Il “Patto” si scioglie

Zaccheo

Giannalisa Zaccheo: “Il gruppo già da tempo si presentava ‘scollato’”.
Il capogruppo Angelo Palmisano “non è stato capace di tenere le fila”

Appresa la notizia dell’intenzione del Consigliere Giannalisa Zaccheo di abbandonare il gruppo consiliare “Patto per Turi”, le abbiamo rivolto alcune domande per comprendere le ragioni che hanno portato a maturare questa decisione.

Da quanto potrete leggere, non si tratta di nulla di improvvisato: le divergenze emerse nell’ultimo Consiglio comunale sono solo l’apice di una serie di “pregresse criticità” che, nel tempo, hanno portato a un’inevitabile “scollatura” all’interno del gruppo consiliare. A questo, il Consigliere Zaccheo aggiunge la responsabilità di Angelo Palmisano che, “quale capogruppo, non è stato capace di tenere le fila. Per sua stessa ammissione, ha commesso diversi errori nel ricoprire il suo ruolo”.

A fonte di una rottura definita “insanabile”, non si esclude la possibilità di proseguire un cammino parallelo, portando avanti le idee del programma originario, che non sono mai state messe in discussione. Quanto, infine, al suo futuro politico, la Zaccheo sgombra il campo da qualsiasi retropensiero: non ambisce ad alcuna carica politica, mira a portare avanti il mandato di Consigliere comunale dai banchi dell’opposizione, vigilando che la “macchina politica venga condotta nel rispetto delle regole”. Il giudizio finale spetterà solo ai cittadini.

Quali motivazioni l’hanno spinta a concludere la sua esperienza con “Patto per Turi”?

«Premesso che non ho ancora formalizzato la mia uscita dal gruppo consiliare, ciò nonostante, confermo che a brevissimo presenterò le mie dichiarazioni scritte al Sindaco e al Segretario comunale con le quali annuncerò la mia uscita da “Patto per Turi” e la costituzione del gruppo misto. Come da regolamento consiliare.

Lei mi chiede quali siano le motivazioni che mi spingono ad assumere una decisione di tale portata. Ebbene, le motivazioni sono tante. Infatti, quelle emerse nel corso dell’ultimo Consiglio rappresentano l’inevitabile conseguenza delle pregresse criticità, registrate nel gruppo ormai da qualche mese.

Il gruppo già da tempo si presentava “scollato”. Angelo Palmisano quale capogruppo non è stato capace di tenere le fila. Per sua stessa ammissione, ha commesso diversi errori nel ricoprire il suo ruolo.

Nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, il conflitto interno è emerso in tutta la sua interezza. Il mio intervento è stato visto dai colleghi Palmisano, Sergio Spinelli e Lilli Susca come polemico rispetto al lavoro della Commissione. Così non è stato e non è mai voluto essere. Come ho detto più e più volte, la mia posizione era diversa dalla loro solo ed esclusivamente rispetto al come si dovesse concludere l’attività di controllo della Commissione. Infatti, a mio avviso, dal momento che la stessa commissione ha accertato la presenza di alcune criticità rispetto ai procedimenti amministrativi oggetto della verifica, non era minimamente pensabile che il Consiglio si limitasse ad una semplice presa d’atto. Il Consiglio comunale, infatti, ai sensi del regolamento consiliare, avrebbe dovuto valutare di adottare gli opportuni provvedimenti. E in effetti, nel corso del dibattito in aula con Onofrio Resta, ero quasi riuscita a spuntarla sul fatto che il Segretario comunale fosse investito, quale presidio di legalità dell’Ente, a fare le dovute verifiche di fondatezza rispetto alle mie perplessità e, in merito alla questione urbanistica, che si costituisse una commissione di studio che permettesse al Consiglio di pronunciarsi nel merito dell’interpretazione di una norma tecnica di attuazione del Piano Urbanistico Generale fornita dal caposettore urbanistica e assetto del territorio. Tuttavia, vista la mancanza del supporto dei miei stessi compagni di minoranza, escluso Paolo Tundo, alla fine ne sono uscita soccombente».

Il capogruppo Palmisano ha proposto di inserire le sue osservazioni sugli insediamenti produttivi all’interno di un percorso di revisione dell’intero PUG. Perché ha bocciato questa idea?

«La proposta di revisionare il PUG mi è stata formulata da Angelo Palmisano solamente dopo l’ultimo Consiglio. Pertanto, smentisco categoricamente ciò che lui ha dichiarato in un’altra sua intervista, e cioè che di questa proposta se ne fosse discusso prima.

Ma tralasciando questi dettagli che possono sembrare sterili polemiche, mi chiedo cosa c’entrino le mie proposte con quella di revisionare l’intero PUG. Che per quanto necessiti di essere rimodulato, richiede competenze e numeri che noi non abbiamo in Consiglio, essendo solo un gruppo di opposizione.

Con questa proposta Palmisano dimostra di non aver ancora compreso la portata e le motivazioni delle mie richieste, oppure pensa di fuorviare chi evidentemente gli chiede conto della sua posizione “morbida”, non coerente con il ruolo di capogruppo di opposizione che ha tenuto in Consiglio insieme agli altri consiglieri di “Patto per Turi”, escluso Tundo.

Ribadisco, rispetto alla questione urbanistica io parto dal dettato dell’art. 1 delle NTA del PUG, che impone all’Amministrazione di pronunciarsi nel merito dell’interpretazione fornita dal caposettore su una norma tecnica di attuazione che è stata oggetto di un procedimento al vaglio della Commissione di controllo. Con questo non voglio dire che quella interpretazione sia errata, ma nel momento e nel contesto in cui è stata fornita necessita del vaglio dell’organo supremo dell’Ente comunale che è appunto il Consiglio. Non completando l’iter normativo, la procedura di controllo appare incompiuta. Abortita».

Una divergenza di opinioni su un singolo tema giustifica una scelta così netta?

«Come le ho spiegato all’inizio della nostra chiacchierata, appare evidente che non è solo questa divergenza la causa della rottura insanabile che si è registrata all’interno di “Patto per Turi”. Il Patto non esiste o comunque non esiste per come l’avevamo immaginato. Pertanto, come ho già detto, ne prendo atto, pur rimanendo convinta che il programma che ci eravamo dati rimane un ottimo programma e, rispetto a quello, sono certa che riusciremo a lavorare ancora insieme con i colleghi di minoranza, pur non appartenendo allo stesso gruppo consiliare».

Il futuro politico di Giannalisa Zaccheo?

«Lo sa che questa stessa domanda mi fu fatta da Angelo Palmisano nel corso di uno dei nostri ultimi incontri? Fatta da lui, le dirò, non ne compresi la portata e continuo a non comprenderla. Fatta da lei, naturalmente ha più senso e la ringrazio per la stessa. Come recitano alcuni versi antichi “del doman non v’è certezza”. Questo è il mio motto. Il futuro non esiste, esiste solo l’oggi. Ancor più in politica, ancor più operando a livello comunale. Io non ambisco a nessuna carica politica. I partiti non mi interessano, oggi più che mai. Credo solo che chi si candida ad essere eletto Consigliere comunale deve farlo con la consapevolezza che è chiamato ad amministrare nell’interesse comune. Se sei in maggioranza conduci la “macchina politica”, se sei in minoranza, devi vigilare a che la “macchina” venga condotta nel rispetto delle regole. Questa la mia idea di politica. Un servizio da svolgere con la massima serietà e il massimo impegno. Se farò bene o male, non lo so. Saranno i turesi a valutarlo. Il futuro politico di una persona non è che nelle mani dei cittadini. A livello comunale questa regola vale ancora di più».

Fabio D’Aprile

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