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Mirò in mostra a Turi

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Saranno esposte le litografie del libro d’artista “Quelques Fleurs pour des Amis”

I colori e le emozioni in libertà di Joan Miró arrivano a Turi, Casamassima e Gioia del Colle in uno straordinario giardino danzante. Difatti, dal 22 dicembre, le tre città pugliesi ospiteranno la mostra “Miró. Quelques Fleurs pour des Amis” nell’ambito dell’operazione “Opere fuori contesto”.

L’esposizione, organizzata dalla società Sistema Museo, gestore del SAC Ecomuseo di Peucetia, consentirà di immergersi nel libro d’artista “Quelques Fleurs pour des Amis” (“Alcuni fiori per gli amici”), stampato nel 1964, contenente le litografie che Miró volle dedicare a persone care e ad amici, tra i quali Eugène Ionesco, Max Ernst, Pierre Matisse, Nina Kandinsky e molti altri.

La mostra si presenta come un itinerario nella creatività di Miró e nell’estrema poeticità della sua arte surrealista. Forme, colori e quello straordinario alfabeto di segni creato dal Maestro catalano rivelano la sua visione dell’arte, vissuta con curiosità e versatilità. Un fiore e una dedica: si compone così questa incantevole serie di Miró. I suoi colori tipici – giallo, rosso, blu, verde – si combinano sotto forma di tratti marcati alternati a segni neri più leggeri.

Come nasce il libro d’artista?

Nel 1959 Yvon Taillandier aveva raccolto una serie di dichiarazioni-interviste di Joan Miró, che furono pubblicate nel 1963 in un’unica raccolta dalla rivista XXe Siècle, con il titolo Je travaille comme un Jardinier. L’opera fu impreziosita da litografie originali dell’artista e in seguito tradotta in molte lingue. Da subito Miró pensò di regalare un esemplare dell’opera ad una cerchia stretta di amici, corredato da un acquarello con una sua dedica ad personam. I beneficiari furono editori, artisti, autori e personaggi del mondo dell’arte come Max Ernst, Nina Kandinsky, Patricia e Pierre Matisse, Fernand Mourlot, Aimé Maeght.

I 32 acquarelli, tanti furono gli amici prescelti da questo dono, furono raccolti l’anno seguente in un unico volume a cura di Eugène Ionesco, nella trasposizione litografica (1964). Per l’occasione Miró realizzò copertina e frontespizio con due incisioni stampate da Fernand Mourlot, mentre per la parte tipografica furono consultati Fequet e Baudier, nomi che tornano nel percorso espositivo delle tre città.

Ammirando queste opere, si entra in un’esperienza di atmosfere uniche: di fronte a quell’espressione compositiva di segni, linee e colori si scende sul piano delle emozioni. L’immaginazione dello spettatore viene continuamente solleticata in una prospettiva totalizzante. «Guardare Miró lavorare, ossia gioire, sentire la felicità della creazione e non sapere se dipinge, se disegna, se costruisce, se dice, se canta», scriveva Eugène Ionesco.

Coordinate della mostra

A Turi la mostra, visitabile fino al 26 aprile, sarà allestita nella Chiesa di Sant’Oronzo, grazie alla collaborazione della locale sezione dell’Associazione Nazionale dei Bersaglieri.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il call center della società Sistema Museo al numero 199 151 123 (dal lunedì al venerdì 9-13, escluso festivi).

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