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DON GIUSEPPE, UN PARROCO RIVOLUZIONARIO

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La sensibilità artistica e lo spirito innovativo dei lavori che hanno rivoluzionato e che rivoluzioneranno la sua Parrocchia e l’Oratorio

Due settimane fa parlavamo su queste colonne del “Rinascimento” del Sacro Crocifisso custodito all’interno della Chiesa “Maria SS. Ausiliatrice”. La notizia ha riscosso grande successo tra i lettori, entusiasti di apprendere l’amore verso la bellezza coltivato dal parroco Don Giuseppe Dimaggio, la cui sensibilità di rinascimentale memoria nei confronti dell’arte, specie come veicolo di fede e cristianità, non può che far bene al patrimonio artistico turese. Il restauro del Crocifisso non è tuttavia l’unica azione intrapresa da questo sacerdote che, come vedremo di seguito, si è prodigato anche su ulteriori versanti, sempre nell’amore verso Dio e l’arte.

Come pedissequamente documentato sulla pagina FB “Parrocchia Maria SS. Ausiliatrice”, la Chiesa dell’Oratorio è stata recentemente chiusa per una serie di lavori di ristrutturazione che, grazie ad un’intervista rivolta allo stesso Don Giuseppe, andremo ad osservare più da vicino. Come sarà possibile leggere, tanto è stato fatto, ma altrettanto è ancora da farsi. «È sotto gli occhi di tutti – spiega Don Giuseppe – che la Chiesa parrocchiale necessiti di importanti lavori di manutenzione, divenuta straordinaria, poiché a lungo trascurati quegli interventi che, se fossero stati costanti nel corso del tempo, avrebbero impedito l’attuale condizione di deperimento e l’ingente peso economico ora occorrente per ripristinare i manufatti usurati. Dal mio arrivo, purtroppo, abbiamo dovuto dare la precedenza alla risoluzione di situazioni che richiedevano una più urgente priorità nell’impiego del denaro raccolto, nonostante il mio desiderio più impellente fosse quello di dare decoro alla Casa del Signore.

Mi preme sottolineare che, pur trattandosi di una semplice rinfrescata, anche l’onere economico di questo “piccolo” lavoro è sicuramente gravoso per le casse della nostra Parrocchia. Ma uno dei doveri principali di un parroco è anche quello di rendere sempre più splendente e accogliente la dimora di Dio, di dare risalto all’arte e alla bellezza in essa racchiuse. “La bellezza è una forma superiore di conoscenza – ha affermato Papa Benedetto XVI – poiché colpisce l’uomo con tutta la grandezza della verità […] e, per le sue caratteristiche di aprire e allargare gli orizzonti della coscienza umana, può diventare una via verso Dio. L’arte parla sempre del divino, della bellezza infinita di Dio. Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica».

Maturate le condizioni, l’incarico dei lavori è stato assegnato alla Ditta Rossi di Turi che ha portato a termine solo un parziale intervento, consistente nella ridipintura dei muri, per una improcrastinabile igienizzazione, e nella risistemazione dei piccoli arredi. E proprio nel rispetto delle succitate affermazioni del nostro Papa Emerito, alcuni minimi ritocchi sono stati dedicati alla immagine della Madonna Maria Santissima Ausiliatrice ed una nuova cornice è stata data alle statue dei nostri Santi Protettori. Inoltre, l’aula liturgica è stata arricchita e impreziosita da otto stupendi lucernari.

«Gli artisti sono i custodi della bellezza e hanno la responsabilità di comunicare la bellezza, di far comunicare nella bellezza e attraverso la bellezza – dice ancora Papa Benedetto XVI. Ed io sono orgoglioso di rendere merito alla bravura dei nostri grandi artisti che, con zelo e competenza, si sono prodigati per il rifacimento e l’ornamento della nostra Parrocchia: l’arch. Angela Rossi, il maestro Mimmo Spinelli, il maestro Peppino Susca. Così come devo riconoscere, con immensa gratitudine, che nulla di tutto questo si sarebbe potuto realizzare senza l’apporto enormemente generoso della mia comunità e senza l’impegno da essa profuso nella raccolta dei fondi occorrenti per dare inizio al nostro progetto. In massa e con entusiasmo hanno risposto al mio appello, dandomi dimostrazione del loro affetto e della loro fiducia, ed il risultato è andato anche oltre le mie aspettative. La somma più consistente è stata messa insieme in occasione della festa dei Santi Medici, all’interno della quale i miei validissimi collaboratori avevano anche organizzato una riuscita lotteria. Purtroppo, nel corso dei lavori, si sono rese necessarie e indispensabili ulteriori opere che hanno fatto lievitare l’iniziale e già cospicuo preventivo. Si è rivelata opportuna anche la sostituzione della vecchia illuminazione, con luci a LED per ridurre l’increscioso importo del consumo dell’energia elettrica. Sono certo però che, ancora una volta, la Divina Provvidenza e la bontà e la grandezza d’animo dei miei parrocchiani non mi faranno mancare il loro sostegno. Una aggiuntiva manutenzione sarà presto indispensabile per evitare che questi lavori vengano vanificati. I tecnici, infatti, durante le loro ispezioni, hanno riscontrato vistose screpolature nell’intonaco esterno, nonché la mancanza del cosiddetto “cappotto” e dell’intercapedine. Tali vizi causeranno inevitabilmente la risalita di una considerevole umidità che andrà in breve tempo a rovinare la parte bassa dei muri interni. Anche per quanto riguarda l’Oratorio, è in fase di studio un dettagliato e rivoluzionario progetto al fine di rendere più fruibili e confortevoli gli spazi a disposizione».

Insomma, come detto all’inizio, i lavori finora guidati dal parroco sono stati tutt’altro che irrilevanti e, come riportato dallo stesso Don Giuseppe, vi è la necessità di continuare su questa linea. Colpisce inoltre lo spirito d’innovazione che anima gli intenti del parroco nelle cui attenzioni non sono certamente dimenticate le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (luci a LED) ed il bisogno di rivoluzionare gli spazi dell’Oratorio: coloro che ritengono la Chiesa e i suoi uomini legati al passato dovranno dunque ricredersi e fare mea culpa. «Il giorno 22 novembre, alle ore 18,30, riapriremo la Chiesa con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal nostro Vescovo Giuseppe Favale. Rallegriamoci ed esultiamo: al Signore rendiamo Gloria!» – conclude entusiasta Don Giuseppe.

LEONARDO FLORIO

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