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Politica

“Sicurezza, attacchi strumentali dell’opposizione”

Gigantelli Graziano

L’assessore Gigantelli: “Hanno banalizzato provvedimenti che rispondono
alle richieste dei cittadini”

Durante il dibattito consiliare sulle linee programmatiche, il capitolo sicurezza è stato tra i più bersagliati, subendo il fuoco incrociato dei consiglieri Zaccheo e Spinelli.

Varie le obiezioni mosse dai banchi dell’opposizione: a quelle di ordine generale, che hanno rinfacciato il marcato spirito leghista che ha impregnato di “inchiostro verde” i provvedimenti proposti, si sono affiancate contestazioni di merito, come i dubbi sull’opportunità di attivare lo strumento del “controllo di vicinato”.

Al di là delle legittime posizioni politiche marcate in Consiglio, per capire meglio quali siano le intenzioni dell’Amministrazione in un settore delicato come quello della sicurezza, abbiamo posto qualche domanda all’Assessore Graziano Gigantelli.

Chiariamo, a scanso di equivoci, che il nostro interlocutore è stato il dott. Gigantelli poiché, fino a diversa indicazione del sindaco, risulta depositario della delega alle politiche sulla sicurezza – anche se “il governo di Salvini è finito”, come ha sarcasticamente affermato il capogruppo Onofrio Resta.

 

In Consiglio ha ipotizzato che la delega alla sicurezza potrebbe scomparire.

«Le deleghe sono una prerogativa del sindaco, che sicuramente saprà attribuirle al meglio e in continuità con le linee programmatiche del suo mandato».

 

Restando sul tema “sicurezza”, cosa replica alle contestazioni dell’opposizione.

«Le linee programmatiche relative alla sicurezza sono state oggetto di giudizi sommari da parte di una minoranza che ha voluto utilizzare il Consiglio comunale come un’occasione per “mostrare i muscoli”, piuttosto che come uno strumento per aprire un confronto.

Si sono criticate le politiche alla sicurezza solo perché erano uno dei pochi settori ben definiti, con argomenti nuovi e indicazioni precise su cosa e come si vuole operare. Mi spiace solo che questi attacchi strumentali abbiano finito per fraintendere, o peggio banalizzare, provvedimenti che hanno l’unico obiettivo di rispondere alla richiesta di maggiore sicurezza che arriva dai cittadini».

 

Dobbiamo aspettarci l’istituzione delle ronde?

«Il “controllo di vicinato”, arbitrariamente paragonato alle ronde, è tutt’altra cosa. È una proposta che vuole rafforzare la collaborazione tra cittadini e Istituzioni, strutturando e mettendo in rete comportamenti e azioni che rientrano tra i doveri civici e che ognuno di noi compie normalmente: dal segnalare situazioni di degrado o potenziali illeciti, al “dare un’occhiata” alla casa del nostro vicino, che magari è in vacanza o ha dovuto allontanarsi per un lungo periodo.

Con l’avvento dei social, la solidarietà e l’aiuto reciproco, da sempre insiti nel concetto di “vicinato”, si declinano anche nel “mondo virtuale”, avvalendosi di strumenti quali i gruppi WhatsApp e le pagine Facebook. Chiaramente, parliamo di canali che non sono alternativi al rapporto diretto con le Forze dell’Ordine; al contrario, mirano a creare un “luogo” dove poter condividere informazioni, a beneficio degli inquirenti, abbattendo il muro di omertà che spesso si innalza per paura».

 

Turi ha davvero bisogno di un assessorato dedicato alla sicurezza?

«A mio parere sì. Solo per fare un esempio, il fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, nell’ultimo anno, ha assunto una rilevanza non più trascurabile, tanto da acquistare i contorni di una “rete diffusa” in cui i nostri giovani restano sempre più spesso impigliati. Come assessorato alla sicurezza sono state promosse due strategie. La prima è stata quella di migliorare l’illuminazione nella Villa comunale e in quella dei Caduti, ritornando a far vivere due spazi di aggregazione per i bambini e i ragazzi e, al contempo, scoraggiando i “pusher” che avevano trovato nel buio di quei luoghi la condizione favorevole per le attività di spaccio. La seconda è stata quella di aumentare i controlli dei luoghi sensibili, grazie all’impegno di Carabinieri e Polizia Locale».

 

A maggio si ritornerà a fare i conti con il fenomeno dei lavoratori stagionali, come vi state muovendo?

«A breve il sindaco avrà un incontro con i vertici della Prefettura di Bari, avviando il primo di una serie di confronti che ci aiuterà a programmare per tempo le modalità di accoglienza. Al tempo stesso, rappresenteremo la necessità di incrementare la presenza delle Forze dell’Ordine, evitando che Carabinieri e Polizia Locale siano costretti a turni insostenibili per gestire un fenomeno che assume proporzioni numeriche sempre più critiche. Anche in questa occasione, come accaduto nella scorsa stagione cerasicola, si potrà contare sul supporto degli esponenti della Lega, a iniziare dall’Onorevole Rossano Sasso».

 

È al suo secondo Bilancio, che idea si è fatto dello stato di salute delle casse comunali?

«Abbiamo ereditato una situazione contabile complessa, con impegni economici rivenienti da scelte politiche della precedente Amministrazione che, oltre a vincolarci per i prossimi anni, non hanno guardato in prospettiva. Ci si è limitati ai proclami, senza pensare a reperire le risorse necessarie per affrontare i problemi del paese. Un esempio su tutti è la “questione Tari”: l’Amministrazione Coppi, prima di cadere e aprire la fase commissariale, ha promesso rimborsi per tutti, salvo poi non stanziare in Bilancio alcuna posta dedicata.

Pesa, inoltre, l’assenza di una seria strategia contro l’evasione fiscale, obiettivo che invece è prioritario per questa Amministrazione. Non a caso, abbiamo già dato disposizioni all’Ufficio Tributi affinché si attuino verifiche capillari. Dalle prime ricognizioni effettuate, posso anticipare che il fenomeno dell’evasione coinvolge maggiormente i redditi alti. Spiace dirlo ma questi evasori stanno sottraendo alle casse comunali risorse che potrebbero essere utilizzate per le emergenze del paese, anche quelle mai affrontate dai governi precedenti».

FD

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