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Uva da tavola, la stagione si apre in positivo

uva palmisano 2018 (3)

Tonio Palmisano: “Se tutto procede senza intoppi, sarà il frutto protagonista dell’estate”

Conclusa l’annata cerasicola con l’exploit finale della “Ferrovia”, che ha fatto dimenticare l’annus horribilis delle “Bigarreaux”, gli agricoltori da un paio di settimane sono impegnati a prendersi cura dell’uva da tavola.

Anche quest’anno è Tonio Palmisano, imprenditore agricolo, che ci guida tra i tendoni per scoprire che stagione si prospetta. Prima di iniziare l’intervista, Palmisano ci invita a riflettere su un dato: «Si stima che solo il 25% del nostro territorio sia coltivato a vigneto, eppure sono fermamente convinto che bisognerebbe scommettere di più su questo frutto. A differenza della ciliegia, l’uva può essere protetta dai capricci del meteo e dare una garanzia in più su quantità e qualità del raccolto finale».

 

Ci sono stati danni causati dal maltempo?

«A Turi, a parte qualche telone strappato e alcuni vigneti “sfiorati” dalla grandine, non si sono registrati danni irreparabili. Se si sono eseguiti per tempo i trattamenti antimuffa, la pioggia di questi giorni non dovrebbe avere nessuna ripercussione sul raccolto finale, anche perché fortunatamente abbiamo il vento di tramontana che segue queste piogge e asciuga l’uva.

Le situazioni più drammatiche si sono avute nei vigneti realizzati in zone dove non andrebbero installati. Parliamo di fondi alluvionali, piccoli bacini o zone depresse che facilmente tendono ad allagarsi. Invece, tendenzialmente, i terreni in piano o in pendenza non hanno avuto grossi problemi».

 

Come procede l’acinellatura?

«L’acinino è iniziato da una decina di giorni e, per quanto mi riguarda, abbiamo già concluso i lavori sulla varietà Vittoria, che quest’anno nelle cosiddette “zone fredde”, tra cui c’è l’agro di Turi, sta andando a ruba. Una congiuntura favorita anche dal fatto che nelle “zone calde” non si è avuto un buon risultato a causa del maltempo che ha colpito le campagne tra aprile e maggio, ovvero nel periodo della fioritura.

In linea generale, le temperature basse registrate a maggio hanno causato un aumento dell’acinellatura: si prevede che il lavoro di pulizia del grappolo, che si presenta molto serrato, potrebbe protrarsi anche oltre la fine del mese. La conseguenza sarà sicuramente una maggiore incidenza del costo della manodopera sui margini di ricavo dei produttori».

 

Quando inizierà la fase del taglio?

«L’uva Vittoria si sta già tagliando nei paesi più caldi come Mola, Torre a Mare e in generale la zona costiera. Nel nostro territorio, invece, si inizierà ad agosto con la raccolta dell’uva Vittoria e a settembre sarà la volta dell’uva Italia, della Red Globe e delle cultivar più tardive. Va detto, però, che ormai hanno preso piede anche a Turi diverse varietà di uva senza semi (apirene), che aprono uno scenario differente sotto il profilo della tempistica delle operazioni di taglio: essendoci anche cultivar precoci, si inizia la raccolta già a partire dalla fine di luglio».

 

Qual è la sua previsione per questa stagione?

«Al momento siamo ottimisti. Se tutto procede senza intoppi, l’uva dovrebbe essere protagonista dell’estate 2019. Questo perché non si prevede un grosso quantitativo di altri frutti, in parte a causa del problema della “cimice asiatica”, un parassita che sta colpendo pesche, albicocche e percoche. Chiaramente, operando in un mercato globalizzato, la maggiore preoccupazione è quella di dover fare i conti con l’arrivo della produzione estera, che riesce a essere più competitiva nel prezzo visto che i costi di manodopera sono inferiori ai nostri».

E su questo ultimo aspetto, Tonio Palmisano rinnova l’auspicio che lo Stato, «piuttosto che trattarci da delinquenti, approvi strumenti normativi che permettano di lavorare in tranquillità. Oggi siamo costretti a sottostare a una serie di vincoli burocratici inutilmente costosi, come molti aspetti della Legge 81 sulla sicurezza, incompatibili con l’agricoltura, e la disciplina per la visita medica dei dipendenti».

FD

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