Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Politica

Lavinia Orlando: “Nessuna alleanza con finte sinistre e opportunisti”

lavinia orlando

Rifondazione Comunista sceglie la coerenza e non partecipa alle prossime consultazioni

Sfuma l’ipotesi di una lista della “sinistra pura e impegnata”, cui si è cercato di lavorare negli ultimi mesi. A darne conferma è Lavinia Orlando, ex vicesindaco e militante di Rifondazione Comunista, che rintraccia le cause principali della scelta di non partecipare all’appuntamento con le urne del 26 maggio nella “mancanza di tempo” e nel fermo rifiuto di improvvisare alleanze con “opportunisti e odiatori di ieri”.

In sintesi, dopo il necessario “periodo di decantazione” indispensabile per smaltire i “veleni” accumulati nell’ultima parte dell’amministrazione Coppi, è mancato lo slancio per mettere insieme una coalizione seria, determinata a scrivere un programma orientato al bene della comunità e si è deciso di non sprecare le forze in “chiacchiere e vuoti proclami”.

E piuttosto che cedere alle lusinghe ricevute da parte di una delle coalizioni, Orlando preferisce la coerenza delle proprie idee e del proprio percorso politico. Una passione che non si esaurisce in una candidatura, e men che mai nella ricerca di una “poltrona”.

Dunque, si ritorna alle origini, alla militanza attiva coltivata ben prima dell’esperienza amministrativa, con la prospettiva di “costruire insieme un nuovo progetto politico che sappia parlare di diritti, lavoro, accoglienza, solidarietà, ambiente in maniera chiara e pulita”. Del resto, si possono “rappresentare gli interessi dei cittadini anche stando al di fuori del Consiglio comunale”.

 

Quali sono stati gli ostacoli che hanno fatto abortire il progetto di creare una lista della sinistra?

«Penso che il principale ostacolo sia stato il poco tempo. La stanchezza relativa agli anni di amministrazione e, soprattutto, il trauma legato ai lunghi mesi di agonia che hanno condotto alla fine anticipata dell’esperienza di governo hanno reso necessario, per quanto mi riguarda, un periodo di disintossicazione e depurazione dai veleni accumulati.

Un progetto serio, che mai e poi mai avrebbe incluso finte sinistre, opportunisti ed odiatori di ieri che tornano serenamente a chiedere alleanze, avrebbe richiesto un lavoro che sarebbe dovuto partire il giorno immediatamente successivo la fine dell’amministrazione Coppi, circostanza che, per le ragioni viste, non si è potuta verificare».

 

Un suggerimento che si sentirebbe di dare agli elettori di sinistra che si ritrovano “orfani” di una lista in cui riconoscersi?

«Nessuna indicazione di voto, ma solo il suggerimento, che è più un invito, a costruire insieme un nuovo progetto politico che sappia parlare di diritti, lavoro, accoglienza, solidarietà, ambiente in maniera chiara e pulita.

Circa l’imminente consultazione, quale indicazione potrei mai dare rispetto ad uno scenario che vede contrapporsi una lista della “destra ufficiale” (TuRinasce) ad una compagine (Patto per Turi) con un candidato Sindaco che fino a qualche mese fa era tesserato Forza Italia e candidati consiglieri che spaziano dalla destra sociale al Partito Democratico?

A chi afferma che la lista che nel 2014 portò Menino Coppi ad amministrare il paese non fosse poi così tanto differente rispetto all’attuale “Patto per Turi” suggerirei di studiare meglio la storia politica del nostro paese: Coppi ha vinto grazie all’alleanza tra forze che, pur avendo provenienze politiche differenti, hanno per anni collaborato in opposizione, così cementificando un’alleanza che non è nata a poche settimane dalle elezioni e che, ciononostante, è naufragata, in parte proprio a causa di chi, subentrato ad amministrazione già nata, ha pensato bene di distruggere il tutto.

Circa la probabile terza lista, che vedrebbe candidato Sindaco Pasquale del Re, persona e professionista che stimo, non ho, al momento, gli elementi sufficienti (non conosco il programma nello specifico né i candidati consiglieri) per formarmi un convincimento, sebbene, avendo avuto modo di interloquire con Pasquale, posso dire che, almeno rispetto alla modalità di lavoro, è quella che sento più vicina, mentre non condivido per nulla l’anima per così dire “grillina” che la caratterizza. Per intenderci, affermare che chiunque abbia ricoperto ruoli amministrativi nel passato sia da buttare, senza scendere nel merito di quanto realizzato, è una semplificazione che va tanto di moda negli ultimi anni, ma che non rende giustizia della verità storica dei fatti».

 

Lavinia Orlando salterà l’appuntamento con la cabina elettorale o voterà ugualmente?

«Per la prima volta nella mia vita da elettrice sono orientata per il non voto».

 

In che modo continuerà a coltivare la sua passione politica?

«Nonostante le urlate e scomposte critiche di attaccamento alla poltrona subite, consta far notare che la politica non è mai stata e non sarà mai ricerca del potere, ma costruzione condivisa per il bene della comunità.

Avrei potuto col mio partito accogliere l’invito a far parte di una delle liste. La nostra strada, tuttavia, non è quella di stare per forza in Consiglio, ma di essere invece coerenti con i nostri valori.

Continuerò, dunque, a coltivare la passione per la politica come ho sempre fatto, sin da molti anni prima rispetto all’elezione come consigliera: attraverso la militanza attiva, condivisa con donne e uomini accomunati dai medesimi valori, privi di interessi personali ed economici da tutelare e, in più rispetto al passato, con un bagaglio di conoscenze ed esperienze amministrative che consentiranno di continuare a rappresentare gli interessi dei cittadini anche stando al di fuori del Consiglio comunale».

 

Nessun esponente della maggioranza che ha sostenuto l’amministrazione Coppi si è candidato in questa tornata elettorale. È la prova che quella esperienza ha segnato profondamente la sinistra turese?

«Il discorso è più complesso. Quel che vale per i singoli, non funziona con le forze politiche che componevano quella maggioranza.

Sta accadendo che chi ha lavorato fino all’ultimo con generosità per il paese ha preferito non ripresentarsi. Poi ci sono i gruppi che, votati per amministrare, hanno invece cominciato a criticare, attaccare, avvelenare il dibattito, usando per autopromuoversi, come fossero già nella nuova campagna elettorale, tutto il tempo che avrebbero dovuto impiegare per lavorare. È quel modo di intendere la politica, fatta di vuoti proclami e chiacchiere, che non mi piace e che ha fatto allontanare tanti giovani disillusi.

Amministrare significa rinunciare a parte dei propri propositi in funzione di limitazioni provenienti da disposizioni di legge e condizioni date, a partire dal personale che deve porre in essere gli obiettivi della compagine vittoriosa e che non sempre e per tante ragioni ci riesce – se ne accorgerà ben presto chiunque verrà scelto in occasione della prossima tornata elettorale.

Resta comunque la soddisfazione di aver lasciato al proprio paese i frutti del lavoro svolto, nonostante le continue limitazioni politiche e di aver incontrato e sentito, anche durante le ultime settimane, tante persone che ci avrebbero sostenuti nel caso in cui ci fossimo presentati alle elezioni».

FD

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *