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Angelo Palmisano ‘rompe’ con la coalizione di centrodestra

Angelo Palmisano


“Speravo nella condivisione ma si è ricaduti nell’errore delle imposizioni”

Siamo a un mese dalla fatidica data in cui verranno presentate le liste e, sebbene ci sia ancora qualche incertezza su combinazioni e alchimie, le alleanze assumono un profilo più concreto. Le voci di corridoio diventano prossime alla certezza e il condizionale cede il passo all’indicativo, il tempo della realtà. I futuri candidati sono dunque chiamati a prendere una posizione, ponderare i progetti sul tavolo delle intese e decidere in quale parte del campo giocare la partita.

Nella coalizione di centrodestra, la prima ad avviare il confronto, il momento delle scelte è maturo e le “scosse di assestamento” non mancano. Nelle ultime settimane si sono registrate le dimissioni di Giacomo De Carolis dalla guida di Fratelli d’Italia e, come diremo nelle pagine che seguono, la “sfiducia” di Paolo Tundo, coordinatore cittadino di Forza Italia.

Ora la lista che, salvo sorprese dell’ultima ora, sarà guidata da Tina Resta deve incassare un altro abbandono. Questa volta è Angelo Palmisano a prendere le distanze da quello che definisce un “agglomerato di potere” che ha tradito lo spirito iniziale con cui era nata la “triplice alleanza” tra i partiti di centrodestra.

Appresa la notizia, abbiamo intervistato Palmisano per farci spiegare le ragioni della sua scelta e se ha già in mente una strada alternativa per mettere a frutto la passione e l’esperienza politica che lo connotano.

 

Cosa l’ha portata a tirarsi fuori dalla coalizione di centrodestra?

«Ho scelto di non proseguire il mio percorso al fianco della coalizione di centrodestra poiché non mi ritrovo nei metodi applicati per la composizione della lista: speravo nella condivisione e invece si è ricaduti nell’errore dell’imposizione.

Inizialmente eravamo animati da uno spirito genuino: Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega si erano posti l’obiettivo di dare a Turi un governo del cambiamento, non solo nei nomi dei candidati ma soprattutto nel modo di fare politica. Il presupposto era chiaro: non bisognava lasciare spazio a persone che potessero influenzare le sorti della futura squadra ma decidere in maniera autonoma, mettendo al primo posto il bene della collettività e contribuendo al buon funzionamento del gruppo. Ebbene, quel percorso è partito con tre voci che suonavano all’unisono, poi ognuno ha finito per parlare per proprio conto, lasciandosi sedurre da presenze esterne».

 

Quale strada intende percorrere ora?

«Al momento sono impegnato a contattare tutti coloro che vedono la coalizione guidata da Tina Resta come un agglomerato di potere che non pensa alle problematiche del territorio ma che unisce persone che hanno l’unico obiettivo di vincere le elezioni».

 

L’obiettivo di questa impresa?

«L’intento è creare una proposta che unisca tutte le forze migliori di Turi per dare un’alternativa politica alla lista di centrodestra e un’alternativa amministrativa al paese. Il mio appello ai turesi è di non avere paura a metterci la faccia, di non lasciarsi travolgere dagli eventi ma di partecipare in prima persona al cambiamento.

Confido che i cittadini avranno l’intelligenza di capire che questa coalizione di centrodestra sarà la pietra tombale per Turi, visto che alle spalle non c’è alcun progetto politico».

FD

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