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“Sono il figlio del tuo migliore amico…”

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Turese raggirato da un truffatore che cerca di vendergli un orologio

Luca, nome di fantasia che utilizziamo per ragioni di privacy, è un settantenne turese che la scorsa settimana stava per cadere nella trappola di un abile truffatore.

Mercoledì mattina – ci racconta – un ragazzo sulla trentina si è avvicinato con aria affabile e, dopo qualche chiacchiera per raccogliere le informazioni utili, ha iniziato il suo raggiro: «Non mi riconosci… Dimmi chi è il tuo migliore amico a Putignano?».

Luca, in buona fede, ha risposto facendo il nome del suo compagno d’infanzia e l’impostore, cogliendo la palla al balzo, ha proseguito la recita spacciandosi per il figlio di quel migliore amico. Una decina di minuti di conversazione, avendo cura di mantenersi sempre sul generico, e poi è arrivata la prima richiesta, quella che serve a sondare il terreno: il trentenne doveva ritornare a Putignano ma era rimasto senza benzina e, fatalità, la sua carta di credito non funzionava.

Il nostro concittadino, convito della storia che era stata imbastita ad arte, si è subito offerto di coprire i costi del carburante; ma il truffatore non era di certo interessato a pochi euro. E infatti, compresa la disponibilità della vittima, ha alzato il tiro, confidando che, a seguito di qualche problema economico, si stava cercando di riprendere investendo nella rivendita di orologi di pregio. Ne aveva uno sottomano proprio in quel momento e sarebbe stato felice di “regalarlo” alla cifra simbolica di 100 euro. Un affare riservato solo a Luca, proprio perché era un “amico di famiglia” e si era dimostrato così gentile.

A quel punto il quadro è diventato chiaro: scrollandosi dalle spalle l’effetto ammaliatore delle chiacchiere del truffatore, il nostro concittadino ha respinto seccamente l’offerta, minacciando di chiamare le Forze dell’Ordine. Inutile dire che il trentenne si è dileguato in pochi istanti.

Abbiamo deciso di raccontare questa storia, convinti che la testimonianza di Luca possa essere d’aiuto per evitare ad altri di inciampare in inganni simili. Il copione è sempre lo stesso, si fa leva sul sentimentalismo e sui ricordi dei “bei vecchi tempi” per infrangere le barriere della comune diffidenza e mettere a segno la truffa.

I bersagli privilegiati sono proprio gli anziani. Con loro si va sul sicuro: schiacciati dal senso di vergogna per essere stati imbrogliati, non racconteranno nulla e i millantatori potranno farla franca continuando a perpetrare il proprio raggiro. Un circolo vizioso che è fondamentale interrompere: chiunque sia vittima di una truffa, a prescindere dall’età, non abbia nessun indugio a denunciare l’accaduto alle Forze dell’Ordine, in modo da assicurare alla giustizia gente che di scrupoli ne ha davvero pochi.

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