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Pagine di storia cittadina nel lavoro di Logrillo

Logrillo Turi (1)

Presentato alla Casa delle Idee “Il Monumento ai Caduti di Turi”

Spesso pensando al nostro passato ci soffermiamo ad osservare chiese, paesaggi, edifici o sfogliare libri. Solo in un secondo momento volgiamo lo sguardo ai monumenti che, spesso in piazze o nei pressi di strutture storiche, riportano alla memoria episodi, idee, sentimenti, valori di un passato che con forza e con vigore non si vuole dimenticare.

È stata scritta un’altra pagina della memoria del nostro paese, un nuovo tassello, molto dettagliato e particolare, è stato aggiunto nella biblioteca personale e cittadina. È a quel milite ignoto, che troneggia in piazza Aldo Moro, che ha fermato la sua attenzione l’architetto Pietro Antonio Logrillo, autore de “Il Monumento ai Caduti di Turi”, presentato il 17 marzo nella sala conferenze della Casa delle Idee.

Logrillo Turi (2)

Un lavoro lungo, che ha incontrato il sostegno di concittadini che, come lo stesso Logrillo cita, “ringrazio per la pazienza e l’aiuto”. Dalla professoressa Isabella Di Liddo, del Dipartimento LeLia dell’Universitá Aldo Moro di Bari, a Domenico Resta per lo spunto e la vicinanza, da Fabio Zita per il supporto fotografico alla sua famiglia, i due figli e la moglie Almagrazia. Preziose, nel contributo di ricerca, le fonti rinvenute nell’archivio storico di Turi, da cui, con attenzione e cura, lo studioso ha potuto ricostruire i momenti più significativi di uno dei simboli della nostra cittadina. Fotografie del Novecento, cartoline e testi hanno permesso di sigillare, finalmente in un unico volume, il percorso storico di quello che oggi è il monumento ai Caduti di Turi.

Tre le parti nelle quali lo storico Logrillo ha suddiviso il lavoro letterario, puntando l’attenzione, nella prima parte, al significato storico che il Monumento ha avuto nella tradizione e nella cultura italiana post bellica. Ma cosa, chi, quando e perché ha donato un simbolo bronzeo a Turi? Ogni nota e ogni vicissitudine, ogni delibera, decisione o semplice idea è racchiusa nella seconda parte del testo, che permette a ogni lettore di scoprire qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare. È la storia che parla, è il vigore politico dell’epoca a muovere le volontà, è l’intera comunità a non voler dimenticare. La Patria, quel sentimento di unione, di forza, di passione è alla base di quello che oggi possiamo ammirare e mai dimenticare. Infine, nella terza parte, che come lo stesso moderatore della serata, Domenico Resta, ha proferito, “è quella più emozionante”, Logrillo ha lasciato impressi i nomi dei tanti, giovanissimi soldati, che hanno dato la loro vita per la libertà degli altri. Un elenco di nomi e di vite che tutti noi dovremmo ricordare.

Date e immagini, documenti e testi di un passato non molto lontano accompagnano i lettori lungo la via storica di Turi, in quella Piazza Roma (oggi piazza Moro), in cui campeggia, intorno agli anni 60’ un basamento senza la statua bronzea. Cosa c’era prima? Quando è stato eretto il Milite ignoto e chi lo ha richiesto? Sono alcune cartoline che mostrano una figura femminile, la Vittoria detta “alata”, ergersi su una colonna al centro di piazza Roma. Simbolo celebrativo nei monumenti ai caduti della Prima Guerra Mondiale, la prima statua fu inaugurata a Turi il 31 ottobre 1926 e realizzata da Francesco Pinto. Ebbe un triste destino il simbolo della Vittoria, destinata negli anni ‘40 a essere preda della volontà di offrire metalli per gli armamenti. Infatti, trascorsi solo una ventina di anni dalla sua creazione, la statua bronzea, al pari di metalli di torri, campanili, monumenti con meno di cinquant’anni, fu rimossa e per lungo tempo piazza Roma conobbe un cippo senza monumento.

Fu la volontà di Vito Donato Valentini, nel 1967, a voler offrire un simbolo alla memoria storica, ai turesi che hanno dimostrato ardore nel combattimento, valore difendendo la patria e che resteranno nella memoria della cittadina. Fu la mano del rutiglianese Vitantonio De Bellis a regalare, il 5 novembre 1967, un bronzo alto 2,25 metri, oggi e per sempre, luogo della memoria di Turi.

Prezioso, in conclusione, anche l’intervento del Sindaco Menino Coppi, presente alla serata, che ha tessuto un filo conduttore tra passato e futuro, tra monumenti cittadini che erano e saranno. Nell’occasione ha ricordato il progetto tra Italia e Albania che, partendo dalla figura di Antonio Gramsci, getterà le basi per un ponte ideale tra Turi e Tirana.

Cinzia Debiase

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