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MARCO PATRICELLI: IL PIU’ CORAGGIOSO DEI CORAGGIOSI

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A conclusione del ciclo di tre “Appuntamenti per il Mese della Memoria”, il Presidio del Libro di Turi, presso la Libreria Eleutera ha presentato “Il Volontario” di Marco Patricelli.

Docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti, consulente del TG1 Storia, giornalista del quotidiano Il Tempo, Patricelli ha recentemente pubblicato presso la casa editrice Laterza il volume “Il volontario”. Il testo racconta la storia del “più coraggioso tra i coraggiosi”, le vicende del capitano Witold Pilecki, uno degli uomini più affascinanti e misteriosi della nostra storia contemporanea. Uno dei pochi polacchi che cercò di farsi internare volontariamente ad Auschwitz, da cui riuscì ad evadere, con l’intento di denunciarne gli orrori.

Dopo la lettura di un brano del racconto da parte del maestro Ferdinando Redavid, tutti i presenti sono stati catturati dalle parole dell’autore che ha narrato le vicende descritte nel libro.

TRAMA: Il 19 settembre 1940 un intellettuale polacco, ufficiale di eleuteracavalleria, Witold Pilecki, fondatore di un esercito clandestino antihitleriano, affronta una missione che appare una follia: si lascia volutamente catturare della Gestapo per le strade della Varsavia occupata, fornendo il falso nome di Tomasz Serafinski. Con lui vengono presi altri 1.139 civili. Pilecki viene torturato per due giorni e poi è inviato ad Auschwitz. Durante i quasi 1000 giorni di prigionia, scopre che la realtà dei campi di concentramento è peggiore di qualsiasi orrenda fantasia. Rischia la vita più volte, ma non dimentica la sua missione; creare una rete di resistenza e di mutua assistenza all’interno e all’esterno del lager e far filtrare il resoconto di quello che accade. In due anni e mezzo riesce a creare un’organizzazione di circa 2.000 persone infiltrate. Crea infatti l’Unione di Organizzazioni Militari, clandestina, per aiutare gli internati e preparare la sperata liberazione del campo da parte dell’AK e del legittimo governo polacco in esilio in Gran Bretagna. Intanto raccoglie notizie sulla vita di dentro, mentre fuori, grazie a lui, si comincerà a sapere quanto accade nei campi di concentramento. Nel marzo 1941 le sue notazioni giungono a Londra. Nel 1943 riesce a evadere. Combatte durante l’insurrezione di Varsavia del 1944 e cade prigioniero fino alla fine della guerra. Poi arriva in Italia, scrive un ulteriore rapporto e si offre al generale Anders per una missione nella Polonia sotto il dominio sovietico. Nel 1947 i servizi segreti comunisti sono ormai sulle sue tracce: viene arrestato, torturato per mesi. Viene giustiziato il 25 maggio 1948, accusato di essere una spia dai suoi stessi compatrioti. Anni dopo, lo stesso accusatore che lo fece condannare in quel processo-farsa dalla sentenza già scritta in partenza, morì in un ospedale che si trova, ironia della sorte, nella via intitolata a Pilecki. Di Witold Pilecki era stata cancellata ogni traccia a partire dal 1948 fino al 1989, anno della caduta del muro di Berlino. Ai familiari non fu rivelato nemmeno il luogo di sepoltura.

I PRESENTI: A COLLOQUIO CON L’AUTORE

Come ha scoperto questa storia?

“Sono stato fortunato ad imbattermi in questa bellissima ed avvincente vicenda. Strana, da sembrare fantastica. Sono tutti episodi realmente accaduti, non ho inventato nulla. Questo libro non l’ho scritto io, la storia era già scritta. Mi sono limitato a mettere insieme tutti i tasselli di questa buia e misteriosa vicenda. Desidero solo che possa essere conosciuta da tante persone. Vorrei che molti sappiano dell’esistenza di quest’uomo che, con la sua intelligenza, è riuscito a rappresentare una seria minaccia nel regime nazista”.

Quanto tempo ha impiegato per compiere questa ricerca?

“Più di un anno. Devo comunque molto ai miei amici polacchi che mi hanno aiutato molto con le traduzioni. Sono stati loro stessi che mi hanno incoraggiato a proseguire nelle ricerche, desiderosi loro, per primi, di conoscere le vicende di questo grande uomo”.

 

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