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Politica

Cara vicesindaco, ma che dici!

La tendopoli allestita a Turi lo sorso anno

Durante la conferenza in piazza Orlandi alcuni membri del partito di rifondazione comunista, tra i quali era presente la nostra vicesindaco Lavinia Orlando, hanno cercato di mostrare, quasi con orgoglio, i risultati ottenuti dalle amministrazioni ove è presente la partecipazione di alcuni membri del partito di rifondazione, tra cui Turi.

Tra le altre cose, la nostra Orlando, manifestava la sua adesione totale verso la legge 199/2016, meglio conosciuta come legge integrativa del reato di caporalato, fatto, già disciplinato dal lontano 2011 dall’art. 603 bis del codice penale, ma forse questo passaggio la vicesindaco, tra tutti i suoi impegni politici e non, ha omesso di ricordare.

Ella ha affermato testualmente: “La legge 199/2016 non rappresenta la morte della nostra agricoltura, come Fratelli d’Italia nella conferenza del 20/04/2017 ha affermato, ma ritengo che questa legge serva solo a stimolare il datore di lavoro a prestare maggiore attenzione che all’interno della azienda non si verifichino episodi di sfruttamento della manodopera”.

Cara vicesindaco, anche noi di Fratelli d’Italia AN, abbiamo ribadito, a più riprese e prima di Lei, che nessuno vuole lo sfruttamento della manodopera, non solo nel settore dell’agricoltura ma in tutti i settori, perché questo argomento non fa una piega. Sono costretto però a sottolineare che a mio avviso, Lei è poco informata sull’argomento.

In primis, lo sa, egregia vicesindaco, che la legge 199/2016, trasforma, quelli che sono degli illeciti amministrativi in reati penali? Un esempio? In materia di sicurezza, se il datore di lavoro, pur essendo zelante consegna i dispositivi individuali di sicurezza ai dipendenti, quali ad esempio le scarpe antinfortunistiche, ma un lavoratore arbitrariamente decide di non indossarle, e coincidenza vuole che quel giorno arrivi un’ispezione, questa infrazione prende il nome di reato, tra l’altro la legge parla di responsabilità penale oggettiva del datore, ciò significa, che quest’ultimo va incontro alla detenzione da 1 a 8 anni ed alla confisca del bene, per arrivare poi alla gestione amministrativa dell’impresa da parte di un curatore.

Egregia vicesindaco, come definisce questo passaggio della legge? La prego, non lo spieghi a noi di Fratelli d’Italia, ma alla cittadinanza turese.

Ancora, vicesindaco, Lei ha affermato, che è convinta che qui a Turi non c’è sfruttamento della manodopera. Ma ne è sicura davvero? Ma lo sa che proprio alcune persone che indossano la sua stessa casacca politica, che sono proprietari terrieri, hanno affermato ai loro dipendenti che, al di là di quelle che sono le tariffe retributive previste dalla contrattazione collettiva, tanto nazionale che provinciale, la paga giornaliera sarà di 40€ per gli uomini e 35€ per le donne? Questo, Lei come lo definisce? Lo sa vicesindaco, che un altro indice disciplinato dalla norma affinché non si configuri il reato di caporalato è proprio il rispetto della contrattazione collettiva? Spieghi anche questo ai cittadini turesi, ed anche ai suoi colleghi di casacca politica.

Lei, ha ricordato nella conferenza che a Suo avviso il problema caporalato riguarda per lo più la capitanata e non Turi. Ora che abbiamo aggiunto questi ulteriori elementi, è sempre dello stesso avviso? Lo spieghi ai cittadini turesi…..

Tutto qui? Ma che… Come Le è ben noto, l’anno scorso sono arrivati a Turi ben 60 lavoratori emigrati per la campagna cerasicola nostrana, persone che sono state pagate con i NOSTRI SOLDI, e quest’anno ne arriveranno altri, che al momento nessuno di noi è in grado di quantificarne il numero esatto, ma che allo stesso modo riceveranno  retribuzioni formate dai NOSTRI SOLDI.

Ora, Egregia vicesindaco, Le chiedo, ma perché l’amministrazione comunale non pensa a noi turesi? Ma sa quante persone, quante famiglie ci sono a Turi che avrebbero bisogno di sostegno economico e questo lavoro, seppur stagionale, gli permetterebbe di avere una “boccata di ossigeno”?

Lo so, Lei già starà pensando che questa è una affermazione che può sembrare razzista, ma io Le dico, se essere razzista significa aiutare i turesi, allora sono razzista!

Da buoni amministratori, non pensate che sia più giusto risolvere i problemi dei vostri “figli” concittadini, anziché aiutare i “figli” di altri stati? Ed ancora vicesindaco, lo spieghi ai turesi questo!

Lei ha affermato che la vostra amministrazione è pronta ad ascoltare le esigenze ed i problemi della cittadinanza…. Ottimo! Purtroppo però penso che dei buoni amministratori non devono attendere che siano i cittadini a sollevare i problemi, ma dovete essere voi ad arrivare prima sul problema e non i cittadini.

Di recente avete sventolato la bandiera della vittoria parlando dell’avanzo di bilancio che il comune di Turi ha raggiunto, pari a circa 2.500.000,00 euro. Bravi! Caro cittadino turese, lo sai però che di questa cifra, il comune ne può utilizzare solo massimo il 30%, ovvero 750.000 euro? Perché? Semplice è il patto di stabilità che ce lo impone. Ora mi chiedo, ma perché l’amministrazione comunale, anziché accantonare (come è giusto che sia, ma fino ad un certo punto), non ha pensato ad investire una parte di questi soldi nel nostro paese? Per fare cosa? Basta solo farsi una passeggiata in paese per capire quante cose si potevano fare ed invece, non sono state fatte…

Concludo, cari amici dell’amministrazione, anziché parlare del nulla, mettetevi “sotto braccio” con noi turesi, facciamoci una passeggiata in paese (e non in provincia di Foggia) nelle case della gente, e guardiamo negli “occhi” quelli che sono i problemi della nostra realtà…. e magari facciamoci un selfie tutti insieme. Accettate l’invito?

Massimo Sportelli

Consiglio Direttivo Fratelli d’Italia AN

“Giorgio Almirante” Turi

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