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Cultura

Un mistero per la scienza, non per la fede

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La Quaresima è, per eccellenza, tempo di riflessione. Dunque perseguendo l’obbiettivo di contribuire alla riflessione e all’arricchimento culturale personale, animati da spirito di condivisione,si è tenuta lo scorso Mercoledì 12 Aprile, presso la Parrocchia dei S.S. Martiri Cosimo e Damiano di Polignano, la Conferenza “Le Reliquie della Passione di Cristo: un’indagine storico-critica”. L’incontro, organizzato e presentato da Carmela Lippolis, dott.ssa in Scienze filosofiche e dalla turese Tina Ottavino, promotrice sociale e presidente dell’ A.P.S.aleXott, è stato realizzato a livello interparrocchiale grazie alla condivisione e alla collaborazione delle tre parrocchie del territorio polignanese: S.S. Martiri Cosimo e Damiano, S. Antonio da Padova e Chiesa Matrice S. Maria Assunta. Relatore è statoil prof. Michele Loconsole, professore eteologo barese, Dottore in Sacra Teologia Ecumenica e docente di Religione cattolica nella Diocesi Bari-Bitonto, giornalista pubblicista, saggista e autore di svariati libri aventi come oggetto le Sacre Reliquie della Passione di Cristo. Nel ruolo di moderatrice è intervenuta la prof.ssa Marilena Abbatepaolo, assessore alla cultura del Comune di Polignano.

Essendo dunque chi scrive co-organizzatrice dell’iniziativa, mi concedano i lettori di testimoniare direttamente la nascita dell’evento anche alla luce di una piccola riflessione personale. Associandomi alle parole di Tina Ottavino “la conoscenza non è mai casuale” posso affermare che la conferenza in oggetto è il frutto della collaborazionetra chi scrive e Tina Ottavino sulla base di una recentissima conoscenza “non casuale” instaurata tra le due. Tina Ottavino è una promotrice sociale impegnata in questo campo attraverso l’organizzazione di eventi concertistici, teatrali, culturali indirizzati al contrasto di alcuni fenomeni sociali largamente diffusi, come la violenza di genere, e diretti anche alla promozione territoriale. Fondamentali, in tale contesto, sono stati dunque la comunicazione, costante ed efficace, oltre all’affinità personale e la comunione di intendi sorretta dalla ferma volontà di realizzare uno spazio di condivisione, informazione e arricchimento culturale. Sono, infatti, le Reliquie della Passione di Cristo tra le più studiate e dibattute della storia. Spesso tanto chiacchierate.Che sia per fede o per conoscenza storico-scientifica o per semplice curiosità inmoltissimi abbiamo spesso sentito il bisogno di “saperne di più” e far chiarezza sulla Sacra Sindone e sulla Sacra Spina della Corona di Cristo.

A tal proposito è stata lasciata la parola al prof. Michele Loconsole. Ricordato subito che alla base della nostra fede c’è il fondamentale annuncio del sepolcro vuoto di Cristo e quindi la validità storico-scientifica delle reliquie nulla aggiungerebbe e nulla toglierebbe ad essa, il professore ha smentito la prova del carbonio 14 utilizzata come metodologia per datare la Sacra Sindone e che farebbe risalire quest’ultima all’epoca medievale. Infatti fattori esterni, come la luce e il contatto con le mani dei fedeli durante l’ostensione e,non da meno,il devastante incendio della notte di Santa Barbara del 1532 che comportò la carbonizzazione anche dell’urna che custodiva il Sacro Telo con conseguente liquefazione di esso a danno della stoffa stessa, ha compromesso il campione rendendo quindi sbagliato l’ausilio di tale metodologia.

“Il vero mistero della Sindone è nell’immagine stessa dell’uomo che vi è impresso.”- afferma il relatore Questa immagine, delicatissima e superficiale, non può essere un effetto ottico, perché è visibile a tutti, ma resta un mistero per la scienza. “Non per la fede”- sottolinea il Michele Loconsole- “ma per la scienza!”. Sappiamo che è l’unica immagine al mondo che si comporta in maniera tridimensionale. Tale immagine non è stata aggiunta al telo, ma è piuttosto l’effetto di una disidratazione di alcune fibrille che lo compongono. L’immagine dell’uomo che è impresso sulla Sacra Sindone è accaduta con un processo chimico-fisico sconosciuto alla scienza. Oltre a questa flebile immagine sul telo sono state ritrovate circa mille macchie di sangue AB, un gruppo sanguigno rarissimo. Le macchie in oggetto non presentano striature e questo per la medicina legale significa che ad un certo punto l’uomo avvolto nel telo è scomparso. Anche il tempo di permanenza del corpo avvolto nel lenzuolo (36-38 ore), rilevato dalla scienza, confermerebbe la tempistica evangelica (dal pomeriggio del Venerdì Santo all’alba della Domenica). Inoltre, il gruppo sanguigno rivelato sulla Sacra Sindone è lo stesso rilevato in tutti i Miracoli Eucaristici.

Anche le spine della Corona di Cristo presentano corrispondenza con i racconti evangelici e sono relazionate alla Sacra Sindone. Il copricapo posto sulla testa di Cristo non è un serto (corona) come abitualmente siamo soliti vedere nelle raffigurazioni scultoree o pittoriche ma è propriamente un casco.È stato realizzato dai soldati attorcigliando ad un cercine dei rovi spinosi conservate dai soldati per velocizzare l’accensione del fuoco e appartenenti a specie botaniche diverse. Le quasi duecento spine,ritenute appartenenti alla Corona di Cristo, sparse in tutto il mondo comprendono varie specie botaniche, ma tutte provenienti dal Medio Oriente. In conclusione il professore ha fatto riferimento ai prodigi (trasformazione cromatica, fioritura, rinverdimento,incurvatura degli aculei) che caratterizzano la Sacra Spinain coincidenza del 25 Marzo, festa dell’Annunciazione, o del concepimento di Gesù,con il Venerdì santo, memoria della sua morte.L’ ultima concomitanza liturgica risale a Marzo 2016. La precedente Marzo 2005, la successiva Marzo 2157.

Sono tante le analogie che riporterebbero l’immagine impressa misteriosamente sulla Sindone alla persona di Gesù di Nazareth, ma i dati scientifici raccolti su quella tela parlano di un uomo che ha vissuto la passione di Cristo e a prescindere dal fatto che egli risponda o meno a quel nome, la fede non è condizionata. Una “serata culturale” dunque, sviluppata intorno a fatti storico-scientifici e nuove possibilità di riflessione o di approfondimento,che ha interessato e coinvolto i presenti giunti anche dai paesi limitrofi. Apprezzata la conferenza anche da parte dei parroci presenti: don Giancarlo Carbonara, parroco della parrocchia “S.S. Martiri Cosimo e Damiano”, e don Vanni D’Onghia, viceparroco della parrocchia “Sant’Antonio da Padova”.

Pertanto, un piccolo intervento personale volto a ringraziare tutti coloro che, attraverso la condivisione, la conoscenza e la disponibilità, hanno reso fattibile questa conferenza offrendo la possibilità di realizzare questo spazio di informazione, nel cuore della Settimana Santa, su tematiche troppo spesso menzionate e dibattute ma troppo poco conosciute, a volte meno di quanto ciascuno di noi possa immaginare.


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