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Fabio Topputi spiega perchè ha votato contro il Bilancio

Fabio Topputi

A fine Consiglio comunale Fabio Topputi fa un’analisi “a caldo” del Bilancio di previsione presentato in sede consiliare. Il Consigliere si è infatti dichiarato contrario ed ha subito spiegato ai nostri microfoni il perché.

La prima osservazione del Consigliere di minoranza riguarda l’avanzo di Amministrazione: «L’avanzo di Amministrazione è il termometro dell’efficacia o dell’inefficacia dell’Amministrazione, più avanzo di Amministrazione c’è, meno efficace è stata l’azione amministrativa. Dall’equilibrio corrente si evince di come viene utilizzata la somma di 63mila euro per andare a raggiungere l’equilibrio: io mi chiedo, se non ci fosse stato quest’avanzo di Amministrazione come avrebbero garantito l’equilibrio di Bilancio? Bisognava far sì che o aumentassero le entrate o diminuissero le spese invece l’avanzo di Amministrazione deve servire per coprire eventuali debiti fuori bilancio o per spese di investimento. Ho proposto al Sindaco che una di queste spese potrebbe essere mettere in funzione l’ascensore del centro culturale che è fuori uso da anni e non permette ai disabli di andare al piano superiore e questa è una grande ingiustizia».

Sui servizi a domanda individuale Topputi ha molto da ridire e adduce degli esempi: «Per quanto riguarda i servizi a domanda individuale, possiamo fare l’esempio dell’illuminazione votiva: noi abbiamo un introito di 48mila euro e delle spese di 10mila euro con un surplus del 480%. Al contrario, per quanto riguarda il Palazzetto dello Sport abbiamo delle entrate di seimila euro e delle uscite di 24mila euro: è il caso di dire che sono i morti che campano i  vivi! Questa cosa non va bene: in virtù del principio delle entrate a destinazione vincolata, dovevano raggiungere la quota intera per autofinanziarsi: ad esempio con i soldi che risparmiavamo al cimitero avremmo potuto in tre anni aggiustarlo». La conclusione di Topputi boccia in maniera categorica il Bilancio presentato. Osserva infatti Topputi in conclusione: «È un metodo da cambiare: bisogna fare le cose per bene, non in maniera raffazzonata».

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