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46 famiglie scrivono al comune per dire basta al degrado

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Non ce la fanno più le quarantasei famiglie residenti nei pressi del Cimitero Vecchio di via Castellana, le quali, dopo svariati incontri svoltisi negli uffici comunali con le autorità preposte sulla “situazione di degrado” della zona, hanno deciso di affidare il loro lungo sfogo a ben tre pagine di una comunicazione scritta, protocollata in Comune lo scorso 15 aprile.

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“Nonostante le molteplici segnalazioni scritte e verbali” – leggiamo sul documento – persistono ancora le “precarie condizioni di vivibilità, vista la totale mancanza di servizi necessari a rendere tutta la zona sicura per le famiglie che vi abitano e che, in tal modo, si configurano come contribuenti delle varie tasse comunali” che dovrebbero essere destinate ai servizi di cui si lamenta la mancanza. In alcuni di questi colloqui, ci confida qualcuno, i residenti sarebbero stati anche ripresi per essere stati un po’ ingenui nell’aver acquistato senza informarsi sulle condizioni della zona. Insomma, “cornuti e mazziati”. Fatto sta che sono stati sollevati infiniti cavilli burocratici e tecnici, scaricabarile su passate amministrazioni e tanto altro di tutto questo, ma ai fatti attuali, i residenti brancolano nel buio più totale. Eppure – ci spiegano – di non pretendere che da un momento all’altro si risolvano tutti i problemi. Quello che chiedono con una certa urgenza è l’illuminazione pubblica (ben dodici famiglie si sono viste costrette a far montare faretti esterni e a pagarli di tasca propria), in una zona difficile in termini di sicurezza: non solo per i furti nelle abitazioni e nei garage che aumentano progressivamente, ma anche per la presenza, spesso, di cani randagi, e di una strada priva di segnaletica e dossi stradali, soprattutto in prossimità della pericolosa curva proprio di fronte il cimitero vecchio, dove (fortunatamente), sempre dietro l’interesse dei cittadini, un lampione è stato acceso. “Abbiamo paura a parcheggiare le macchine di fronte le nostre case” – ci raccontano – proprio per il timore di vedersele danneggiate da qualche automobilista frettoloso.

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Le quarantasei famiglie, inoltre, condividono un unico cassonetto per gettare la spazzatura, che raggiunge la propria capienza velocemente, considerando anche il fatto che si trova in una zona di accesso al paese e, per questo, raccoglie anche rifiuti di chi esce, ma anche di chi ci entra, proveniente con molta probabilità da comuni limitrofi in cui è in atto la raccolta differenziata.

Altro punto dolente, insieme alla mancanza di asfalto sulle strade, è la cura del verde pubblico, un discorso che si allarga anche al Vecchio Cimitero, almeno nella parte fuori le mura e il cancello. In alcuni punti, l’erba arriva quasi a un metro di altezza, ospitando tranquillamente ratti, blatte, zanzare e zecche, senza alcun riguardo dei bambini che ci sono e che avrebbero diritto ad usufruire di quegli spazi in assoluta sicurezza, ma anche della normale presenza di animali domestici delle stesse famiglie.

Ricordiamo che la zona è anche isolata per quanto riguarda la linea telefonica. Qui non esistono telefoni, né la possibilità di poter usufruire di servizi ad esso legati, come una decente connessione ad internet.

Siamo certi che la zona del Vecchio Cimitero non sia l’unica di Turi a dover “sopravvivere” tra disagi e assurdità tecniche. Vi invitiamo a segnalarci ognuna di queste situazioni, perché riteniamo che – alla fine dei conti – la colpa non sia certo di chi queste case le compra! 

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