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Cultura

Don Pino Puglisi: un Uomo contro le mafie

L'attore Christian Di Domenico

La Consigliera Comunale Arianna Gasparro

Fredda la serata che ha accolto, nella nostra cittadina, in un luogo inusuale per la frequentazione culturale, Christian Di Domenico e il suo “U Parrinu”.
Nel tratto compreso tra via Martiri di via Fani traversa e via O. Pascalicchio traversa, nei pressi di via Sammichele, il primo esperimento di teatro in strada e conoscenza del pensiero e della vita di colui al quale, il tratto di via, è stato intitolato.
In collaborazione con la Consulta Pastorale Giovanile di Turi, l’Amministrazione Comunale ha dato la parola a Christian Di Domenico. Son state le parole di Don Pino Puglisi, lette da Rosalba Principe, a dare il via alla serata, intorno alle 20,45.
In un’atmosfera raccolta, illuminata dal solo faro centrale, quasi una candela ad illustrare il percorso di una persona, lo spazio scenico ha lasciato spazio all’accoglienza del consigliere comunale, Arianna Gasparro, che ha ringraziato quanti hanno collaborato per la realizzazione della serata.
Così, al centro del piccolo palco, dove lo spazio è stato descritto da una sola sedia, Christian Di Domenico ha, con grande maestria, accompagnato per mano il suo pubblico, silenzioso e attento, a conoscere Don Pino Puglisi. Rosalba PrincipeNon poca difficoltà, come lo stesso attore ha più volte ripetuto, durante il lungo monologo, causata dal passaggio delle automobili, ma grande pazienza e bravura nel trascinare i presenti, nella sua esperienza di vita. “L’ho conosciuto grazie a mia madre, che è siciliana – ricorda l’attore – e che l’ha avuto come guida spirituale, confessore, insegnante di religione e, infine, amico, fin dai tempi del collegio. È stato lui a sposare i miei genitori. Quando aveva qualche giorno libero, veniva a trascorrerlo con la mia famiglia. L’occasione della Beatificazione e del ventennale della sua morte (15 settembre 1993 – 15 settembre 2013) – racconta l’attore a proposito di questo progetto teatrale – è stata la molla che mi ha fatto muovere il primo passo”.
Tanti i ragazzi presenti alla serata, e come loro, anche  nella mattinata, presso l’Ites “Pertini – Montale” di Turi, gli studenti del quarto e quinto anno hanno ascoltato, quasi con religiosa attenzione, le parole dell’attore. Tra dialetto, aneddoti familiari e sociali, digressioni e gestualità, ha presentato una personalità che come poche ha saputo lottare la mafia e da questa, è stato poi “tolto di mezzo, perché scomodo”.
In mattinata all'ITES PertiniPerché “la mafia – come sottolinea Di Domenico, che con il suo monologo ha incontrato alcune resistenze nella sua stessa Sicilia – è un modo di pensare e di comportarsi, e quindi di adeguarsi a una mentalità radicata. Assuefazione e compromesso sono i nuovi mali da cui difendere le nuove generazioni con una formazione incessante su tutti i fronti”. È dal quartiere Brancaccio di Palermo che prende le mosse “U Parrinu”, dove i bambini sono lasciati vivere e crescere da adulti indifferenti e cinici in balia del degrado umano costituito dalla malavita. Fu così che, catapultato dentro l’inferno di Brancaccio egli non si sentì di fuggire come altri preti per conservare la propria incolumità. Restò, piuttosto, per cercare di trarre da questo santuario del brutto e del male nuovi fiori, sorrisi, speranze per chi finora aveva avuto solo motivo di disperare. Ma a causa di questo suo intento, era purtroppo destinato a soccombere.
Di Domenico porta in scena i suoi ricordi, impressi nella memoria, rievocando la personalità dolce e combattiva del sacerdote. Un uomo che a sua volta amava la scena e il teatro e lo utilizzava per educare i giovani della sua parrocchia poichè convinto che “senza la forza di un gesto, la parola”, anche quella più nobile o profonda, “è muta”.

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