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Presentato nel carcere di Turi ‘Resto Umano’

Tina ottavino carcere

Il 17 dicembre, presso la Casa Circondariale di Turi, è stato presentato il libro ‘Resto Umano’, a cura della sociologa Anna Paola Lacatena. L’evento è stato organizzato dalla turese Tina Ottavino, sensibile a questo genere di tematiche sociali.  “Questa iniziativa è il primo passo di un percorso importante da fare insieme”- ha dichiarato la direttrice del carcere, la dott.ssa Maria Teresa Susca, proseguendo – “Questa storia offre un prezioso spunto di riflessione su problematiche, importanti per la crescita. Si parla di carcere, tossicodipendenze. Non è semplice parlare di questo. I libri possono emozionare o lasciare indifferenti. Io mi sono emozionata per due motivi: per i contenuti e per il modo in cui è narrata la vita di Miki. Mi ha commosso la lettera della mamma. I temi sono affrontati senza retorica o indulgenza. L’obiettivo è ben centrato. Raccontare se stessi non è mai semplice. Si parla di cambiamento della persona ed il carcere è un luogo privilegiato per il cambiamento. La testimonianza di Miki è un bel regalo, per tutti noi.”

Miki è un uomo di corpo di donna, con una storia vera da raccontare: la storia di Michela, diventata Miki. Sin da bambina, Michela vive questo dramma interiore che la porta, ben presto, ad imboccare strade sbagliate: compagnie pericolose, cocaina, eroina, il carcere ed, infine, la contrazione dell’AIDS. Le prime esperienze sessuali la inducono a preferire le donne, fino a quando, le diagnosticano un carcinoma all’utero che le viene asportato. Una liberazione questa per Michela che inizia così il percorso di emancipazione per diventare Miki.

“Ma perché Miki ha raccontato la sua storia?”. Miki, lì presente, ci ha risposto di averlo fatto, per dare senso ad una vita per troppo tempo vissuta nel buio. “Ho deciso di farmi aiutare dalla dottoressa Lacatena. La mia esistenza è stata contenitore di tante cose. Chi è un ex detenuto è soggetto a pregiudizio. Non abbiate pregiudizi nei confronti dell’HIV e dell’omosessualità. Sono problemi, purtroppo, all’ordine del giorno. Ho voluto mettere nero su bianco il mio vissuto personale; le cose che la mia mente non ha rimosso. Vorrei che attraverso questo libro si raggiungessero più persone possibili, per dar loro la possibilità di migliorarsi. Io ho vinto la mia battaglia e continuo a lottare ogni giorno. Ce la possono fare tutti. Ho perso tanti anni per overdose e nel carcere. Questo libro per me significa recuperarli e dare un senso a troppi anni vissuti nel tunnel.”

Un grosso esempio che va sostenuto dalle istituzioni. La questione pregnante quando si parla di queste tematiche è la rieducazione. “I sociologi non hanno un’idea positiva del carcere perché non ha mai riabilitato nessuno. Perché è un’istituzione totale. Solo quando si apre all’esterno, come in questa occasione, c’è la possibilità di riabilitare. Ma quanto costa un detenuto alla società civile? 100 euro al giorno. L’84% della spesa è usato per la sicurezza e per la gestione; una percentuale per il vitto. La cifra prevista per la rieducazione è di 8 centesimi al giorno per detenuto. Ma cosa si compra con questa cifra? Due caramelle e forse un bottone.”- ha spiegato l’autrice del libro, la dott.ssa Lacatena.

In conclusione, i ringraziamenti di Tina Ottavino “Ringrazio il dott. Pasquale Dipierro, la dott.ssa Maria Teresa Susca per la fiducia che hanno riposto in me, permettendomi di curare la presentazione di questo libro. Ringrazio anche la dott.ssa Lacatena per il suo impegno, per la sua presenza, fondamentale per la riuscita di questo incontro. Ritengo che queste spunti culturali nel carcere e questo libro possano essere da auspicio per un cambiamento interiore dei detenuti e uno stimolo nella loro volontà di migliorarsi.”

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