Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Cultura

Nella Chjàzze di fèmene si parla di Turi

DSC_7002

Gli scherzi di questa estate hanno solo rinviato le risate, e da domenica 27 luglio, piazza Antico Ospedale ha accolto tanti turesi nella serata di mercoledì 30 luglio per la presentazione di “Mènùcce s’acchèse … fòrse”. Da commedia a libro, Pasquale Del Re ha realizzato una fotografia della tradizione turese, che parte dal dialetto, fino a toccare gli usi, gli spazi, i costumi di un tempo, avvicinando, con la commedia, anche un pubblico più giovane.

“Ce bèlla menònne” ha avviato il percorso della presentazione lungo le vie di una Turi degli anni ’60 – ’70, in cui la celebrazione di un matrimonio riparatore tra due giovani di diversa estrazione sociale ha concentrato l’attenzione dell’intera platea. Risate, colpi di scena e immancabili pettegolezzi regalati dalle attrici de “I dìscjadìsce” che hanno messo in scena delle parti della commedia e che ha permesso a tutti di entrare nelle vicende delle famiglie turesi, emblemi di un tempo che fu, abitanti di spazi che oggi in molti ricordano e in numerosi non conoscono.

Elogiato il grande lavoro di Pasquale del Re da parte del sindaco Menino Coppi e dell’avvocato Caterina Coppi, presidente del Lions Club di Conversano – che ha patrocinato l’iniziativa – le parole del prof. Raffaele Valentini. Un ringraziamento all’autore per l’idea di creare, attraverso la commedia, uno spaccato di vita popolare, dove al centro troviamo il dialetto. “Lingua che si sta perdendo e che va tutelata” – risuona nella piazza, nella lode all’autore che è stato in grado di portare una testimonianza scritta della nostra lingua popolare.

Gli interpreti Tina Cervellera, Immacolata tutta pelliccia e senza peli, Anna Cipriani, Nonna Jangelìne, Fanio Coppi, Dott. Guarnieri, Giampiero Coppi, Martino, Mariangela Di Lauro, Comare Mariètte, Francesca Gentile, Comare Andonètte, Irene Mastronardi, Jannìne, Lilli Susca, la zia Vìatrice, Roberta Zita, Menuccia, Pasquale Del Re, Peppìne, dal vivo, o in proiezione, hanno dato un assaggio dello spessore storico-culturale dell’opera di Pasquale del Re.

Ripercorrendo le immagini sulle grotte di Turi o sulla Sala Giuseppina – aperta nel 1952 e chiusa nel 1967 – patrimonio cittadino e luogo per i festeggiamenti dei matrimoni, in “Mènùcce s’acchèse … fòrse” trovano spazio anche riflessioni su concetti come la dote, l’origine dell’abito bianco, risalente al Romanticismo, i confetti ( la leggenda greca sul perché dentro vi sia la mandorla, simbolo di giovinezza impetuosa e amore immortale), le bomboniere e tanto altro.

Non basta che sedersi e iniziare a leggere “Mènùcce s’acchèse … fòrse”.

Si ringrazia per le foto Maria Teresa D’Aprile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *