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Politica

Un riconoscimento simbolico per i piccoli “stranieri” di Turi

Lavinia Orlando

Intervista al vicesindaco Lavinia Orlando, promotrice dell’iniziativa.

Da dove nasce l’idea di allargare il concetto di cittadinanza onoraria anche ai figli di immigrati, facendo riferimento proprio al significato che ha questo titolo?

Il 23 Agosto del 2013 veniva protocollata in Comune una richiesta, a firma di numerose associazioni turesi e del medesimo Istituto Comprensivo “Resta – De Donato”, che andava in questo senso; promotrice dell’iniziativa fu Umanità Solidale Glocal, realtà associativa turese che, già da molti anni, ha preso a cuore la questione relativa alle migrazioni, organizzando, ad esempio, corsi di lingua italiana per i numerosi migranti che decidono di stabilirsi nel nostro paese; era doveroso prendere in considerazione tale istanza, soprattutto in quanto proveniente da un’associazione che bene conosce il mondo della migrazione; se a ciò aggiungiamo l’esempio già fornitoci da tanti altri Comuni italiani (a titolo esemplificativo, cito Piombino, Cascina, Rieti, Cernusco sul Naviglio, Crotone, Saviano, Catanzaro, Bologna), che hanno già da tempo previsto tale riconoscimento, le istanze di inclusione e tolleranza enunciate in numerosi provvedimenti legislativi (iniziando dalla Carta Costituzionale) ed il mutamento che la nostra struttura sociale ha subito con l’aggregazione di numerosi migranti non potevamo, come amministrazione, restare inerti.    

Quali saranno i benefici per coloro che riceveranno questo titolo, anche da un punto di vista sociale (agevolazioni e altro)? E per la comunità turese? La cittadinanza onoraria è chiaramente un riconoscimento simbolico, che non apporta alcuna agevolazione diretta nei confronti dei ragazzi che ne beneficeranno; riteniamo, però, di poter sviluppare, per il tramite di tale iniziativa, una serie di positività indirette. Al netto dell’ennesimo richiamo che il governo nazionale riceverà nel senso di iniziare a rendere più semplice l’acquisizione della cittadinanza italiana, almeno a favore di  chi è nato in Italia ed ivi residente, ma costretto, ciononostante, ad essere straniero almeno fino al compimento del diciottesimo anno d’età, la cittadinanza onoraria turese è rappresentativa dell’intenzione sempre più forte da parte delle amministrazioni di navigare nel senso di maggiore integrazione ed uguaglianza. Si pensi, ad esempio, che, ai fini di tale conferimento, sarà necessario ottenere il consenso scritto da parte di chi esercita la potestà sui minori e che stiamo organizzando un incontro preparatorio con le tante famiglie coinvolte: questo rappresenterà un ulteriore momento di ascolto, propedeutico per tutti i discorsi di integrazione successivi; è vero che esiste già uno sportello, attivo presso i servizi sociali, dedicato ai migranti, ma diventa fondamentale che anche gli amministratori comprendano le effettive esigenze di tali comunità, anche perché il processo di integrazione non può che giovare all’intera realtà turese.     

Ritieni che le comunità di immigrati siano ben integrate a Turi o reputi questo atto un mezzo per favorire l’integrazione? Come pensi risponderà il paese a questa iniziativa? Ci sono comunità maggiormente integrate ed altre molto meno; tra le prime, ad esempio, non posso non citare alcuni gruppi provenienti dalla Costa d’Avorio, qualificabili, in alcuni casi, come più italiani degli italiani; tra le seconde, la comunità cinese mantiene un fortissimo grado di autonomia, tale da rendere quasi invisibili i membri che vi appartengono. È chiaro, tuttavia, che il livello di integrazione non sia ancora adeguato, ragion per cui l’idea della cittadinanza onoraria può fungere da stimolo affinché si dia avvio ad iniziative a ciò dedicate. Abbiamo fortemente spinto perché la cittadinanza venga conferita ufficialmente nel corso della giornata del 23 Agosto, istituzionalmente dedicata alle diverse forme di migrazione: riteniamo che sia questo il primo appuntamento utile – in realtà, lo è già da diversi anni – per proseguire nel percorso, che non potrà comunque prescindere dall’ampia valorizzazione delle realtà associative che si occupano della tematica; spero vivamente che il paese risponda in maniera civile a tale iniziativa; un segno importante ci è stato fornito proprio in Consiglio Comunale, laddove le minoranze, pur con alcune divergenze puramente metodologiche, hanno votato a favore dell’introduzione della cittadinanza onoraria a favore dei minori di origine straniera. Un gesto di notevole civiltà, che ho molto apprezzato.

Hai detto in Consiglio di aver parlato con gli immigrati e che venendo a conoscenza di questa iniziativa avevano le lacrime agli occhi. Potresti raccontarci come vivono a Turi, quali sono i loro sogni e perché hanno scelto proprio Turi come loro nuova casa? L’incontro ha toccato diversi punti: la cittadinanza onoraria, l’organizzazione della giornata del 23 Agosto e alcune delle problematiche lavorative che vivono i ragazzi con cui abbiamo parlato. Sotto quest’ultimo punto di vista, in particolare, il riferimento riguardava gli eccessivi costi e la complessa procedura che, da due anni a questa parte, è costretto a subire chiunque voglia aprire una bancarella, soprattutto durante feste e fiere; abbiamo spiegato loro che il problema non è limitato agli stranieri, ma colpisce tutti i mercanti (ricordiamo la penuria di bancarelle durante la fiera di Santa Lucia) ed inerisce alla procedura ed ai costi del SUAP (Sportello Unico Attività Produttive). Abbiamo assicurato che cercheremo di risolvere a breve la questione, anche perché nei comuni limitrofi il costo è molto più sostenibile. Altro problema è quello che ha riguardato Turi nel periodo della raccolta delle ciliegie: scene come quelle che ci siamo ritrovati ad osservare, con giovani lavoratori costretti a dormire per strada o a lavarsi nelle pubbliche fontane, non si dovranno più ripetere negli anni futuri; quest’anno la problematica ci è capitata tra capo e collo subito dopo le elezioni, l’anno prossimo saremo pronti a prevenirla e curarla.    

In tanti Comuni d’Italia la bandiera Pace in Palestina è già presente. Come mai a Turi non è stata messa? Concludiamo con un tasto dolente. Ho più volte proposto ai miei colleghi di maggioranza di esporre dai balconi comunali uno striscione a tema, ma non abbiamo ancora avuto modo di farlo, essenzialmente per ragioni legate a divergenze di sensibilità sulla tematica legata alla guerra ed, in particolare, alla situazione palestinese in raffronto con i diversi focolai di violenza e morte presenti in altre zone del mondo. Fosse per me, utilizzerei il Palazzo comunale come megafono per veicolare un chiaro messaggio: tappezzerei tutti i muri comunali con bandiere palestinesi inneggianti alla libertà di una terra e di un popolo – quello palestinese – così tanto martoriati (e l’avrei fatto soprattutto nelle prime settimane del riacutizzarsi della questione, quando tv e giornali stentavano a parlarne), ma in una coalizione vanno rispettate le idee di ciascuno dei componenti e non si può fare di testa propria, indipendentemente che si tratti di un provvedimento comunale o di una questione così più grande di noi, come quella mediorientale. Approfitto, comunque, della domanda per ricordare ai lettori che prosegue una raccolta di farmaci e fondi da inviare nella Striscia di Gaza: rivolgetevi presso il negozio “La vie en Rose” per ulteriori informazioni. 

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