“Abbiamo sguainato l’ascia di guerra”
Al termine di questa campagna elettorale abbiamo voluto incontrare il candidato a Sindaco del Movimento a 5 Stelle, Francesco Guerra. Un gruppo discusso e commentato, che non ha voluto partecipare ai diversi incontri pubblici organizzati in questo lungo ed intenso mese di campagna elettorale e che porta a casa un “quarto posto”. Commentiamo con lui questo esito.
Come consideri il risultato ottenuto da questa elezione comunale?
“In ambito amministrativo il 5% può sembrare deludente. I 400 voti scarsi ricevuti sono però frutto di una totale fiducia in chi, come noi, è unica forza orientata al cambiamento vero. Ne danno conferma i consensi privi di parentato, clientelismo e voti dati per “amicizia”. Credo che ci siano le basi per strutturarsi e diventare punto di riferimento vero in questa comunità, che oggi necessita di cambiamento vero, di esempio, di legalità, di politica nuova e pulita.
In ambito Europeo invece credo che il risultato sia deludente. È stata fatta una campagna anti Grillo come se il male dell’Italia fossero “due sane urla”. Gli italiani dovrebbero sapere che hanno mandato in Europa 21 tra condannati e indagati, hanno votato il fiscal compact che dall’anno prossimo mieterà vittime e povertà e non hanno votato chi rifiuta rimborsi, chi è contro il jobact (precariato stabile) ecc.. e chi se pur dall’opposizione è unica forza che fa gli interessi del cittadino. In questo siamo stati noi sufficienti mediaticamente nel non far passare la differenza indiscussa tra chi depreda il paese e chi vuol cambiarlo”.
Se alle Europee il M5S ha ottenuto una “medaglia d’argento”, perchè qui a Turi ha raggiunto solo un “quarto” posto?
“Abbiamo cercato di sensibilizzare più volte i cittadini a confermare il voto alle europee con quello alle amministrative. Negli occhi dei turesi si percepivano stima e consenso nei nostri riguardi, ma alla fine hanno ceduto al “ricatto” del sistema politico e cioè quello del voto dato al parente e all’amico. Quando nella mia lettera ai turesi all’ultimo comizio ho detto che è mafia “il compromesso” mi riferivo a quello. Non al gesto in se, ma al sistema che non ti permette di votare in libertà. E molti sono responsabili di questo viscido meccanismo che incancrenisce la collettività”.
Col senno di poi, in cosa credete di aver sbagliato?
“Siamo nati da poco sul territorio. Siamo partiti da zero. Alla fine l’unico modo reale per convincere la gente sui nostri propositi è stata la campagna elettorale. Si è costituito un gruppo onesto, leale e l’intento è solo quello di crescere come comunità. Prossimo passo sarà quello di incentivare il più possibile i cittadini all’attivismo. Più partecipazione c’è, più si ha la possibilità di informare la gente e sensibilizzarla su chi vende fumo e chi vuole cambiare realmente le cose”.
Credi che possa aver influito il tuo non essere “originario” di Turi?
“Vivo in una comunità turese e sono integrato perfettamente. Vivo tutto all’interno delle mura turesi, compreso lo sport che mi appassiona. I miei figli sono turesi e vivo il mio paese a 360°. Alcune fazioni politiche opposte hanno voluto far credere ai cittadini che questa discriminazione da medioevo sociale potesse orientare il voto. I Turesi sicuramente non hanno pensato ciò”.
Perchè ha vinto la lista di Menino Coppi e come credi che gestirà i prossimi cinque anni di Turi?
“È stata creata una lista con l’unico intento di battere la destra. Il come si è arrivati a tale obiettivo è sotto gli occhi di tutti. Tante teste e tanti modi di pensare e di essere nello stesso calderone “porta voti”. Menino Coppi è stato proposto come collante all’interno di una lista eterogenea . Da cittadini attivi vigileremo che venga attuato ciò che hanno promesso”.
Proseguirete nel vostro lavoro o sotterrate “l’ascia di guerra”?
“Parte dal momento del loro insediamento la nostra operazione “fiato sul collo”. Vigileremo da cittadini che il programma e le date per attuarlo siano rispettate. Faremo opposizione dall’esterno, non denigrando, ma facendo in modo che le loro parole diventino fatti. L’ascia di guerra è stata appena sguainata. E non per il cognome che accomuna alcuni di noi nel gruppo”.