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Ormai i laureati sono solo vacche da mungere

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I numeri. Si sono chiuse a mezzanotte di mercoledì 16 aprile le iscrizioni online al concorso pubblico per 200 funzionari a tempo indeterminato da impiegare nella macchina amministrativa Regione Puglia. Il concorso, oggetto di una convenzione con Formez PA, prevede precisamente la selezione di 130 funzionari amministrativi e 70 funzionari tecnici. Il titolo di studio richiesto è la laurea. Il concorso sarebbe un’occasione da non perdere per chi aspira al tanto agognato “posto fisso”, in quanto la Regione Puglia ha condiviso l’impostazione che consente non solo alle Regioni ma a tutti gli enti locali (in primis quelli pugliesi) di attingere alle graduatorie degli idonei, assumendo personale immediatamente disponibile senza alcun costo per ulteriori selezioni.  Il 17 aprile, l’ufficio stampa del Formez rende noto il numero dei candidati: 35.832 aspiranti, di cui 26.439 sono per il profilo “amministrativo” e 9.393 per il profilo “tecnico”. Più della metà dei partecipanti sono donne: 20.840 candidate per un  58.17% del totale; gli uomini sono 14.992, ovvero il 41.83%. Il 69% dei candidati proviene dalla Puglia, seguono la Campania con l’ 11%, e la Sicilia con il 5%. Hanno presentato domanda anche dal Nord Italia: per la precisione, sono state ricevute 17 candidature dal Trentino Alto Adige e 4 dalla Valle D’Aosta. Interessante il dato delle province pugliesi: 11.482 candidati sono originari della Provincia di Bari, 4.193 candidati della Provincia di Lecce, 2.777 della Provincia di Taranto, 2.430 della provincia di Foggia, 1.950 della BAT e 1.883 della Provincia di Brindisi. Tra i candidati, sono 648 coloro che hanno dichiarato di aver avuto rapporti di lavoro con la Regione Puglia: 453 per il profilo “amministrativo” (l’1,71% del totale dei candidati “amministrativi”) e 195 per il profilo “tecnico” (il 2,08% del totale dei candidati “tecnici”). L’età media dei candidati è pari a 33,83 anni. Il candidato più giovane è nato nel 1992 e ha 22 anni, il più anziano è nato nel 1950 e ha 64 anni. Una curiosità: tra i candidati uomini il nome proprio di persona più ricorrente è Francesco (1.058), tra le donne il è Maria (3.014). Le due prove preselettive e le tre fasi del concorso, due scritte e una orale, saranno gestite dalla Commissione Interministeriale Ripam e trasmesse in diretta streaming sul sito del Formez PA. Nel giro di dieci mesi dalla pubblicazione del bando saranno approvate le graduatorie, valide per tre anni.

Polemiche e malcontento. Grande polemica ha destato l’art. 9.1 del bando, in base al quale  il candidato che lavora o ha lavorato con contratto a tempo determinato alle dipendenze della regione Puglia o in altra Pubblica Amministrazione, senza essersi impegnato nel superamento di un pubblico concorso, pare sia palesemente avvantaggiato rispetto agli altri candidati, potendo totalizzare fino ad un massimo di 12 punti per i soli titoli di servizio. Altro punto dolente è l’art. 6 per la parte riguardante la possibilità di esonero: i lavoratori precari presso la Regione Puglia potranno evitare le due prove preselettive e passare direttamente a quelle concorsuali. Non è stato gradito nemmeno il fatto che ci si possa candidare contemporaneamente per entrambi i profili. Ascoltiamo alcune voci di chi ha presentato domanda: “Non bisogna demordere, però di fronte a certe abnormi ingiustizie è facile farsi prendere dallo sconforto. Analizzando il bando, ti accorgi che le hanno escogitate davvero tutte, pur di favorire i loro protetti. Anche il fatto che si possa partecipare per entrambi i profili ne è testimonianza. Ho ragione di ritenere che i 195 interni che si sono iscritti per il profilo tecnico, gareggeranno anche per quello amministrativo, con la conseguenza che noi “disgraziati” ce la dovremo vedere non con 258, bensì con 453 “ipertitolati”. Insomma, se dovesse clamorosamente andar male per un profilo, c’è sempre l’altra carta da giocare, tanto le materie sono pressoché identiche, non c’è nemmeno bisogno di fare un sforzo doppio di studio”. “In tanti fanno i concorsi semplicemente perché è un modo per avere un posto stabile e soprattutto un lavoro, cosa che purtroppo nessuna realtà offre più. Ai tempi dei nostri genitori, quando tutto ancora funzionava, i laureati in legge facevano gli avvocati e gli altri trovavano posto in banche o nel privato. Il posto statale non era nemmeno molto ambito, in quanto si guadagnava poco, non c’erano prospettive di carriera e si lavorava anche poco. Io personalmente fin dall’università ho coltivato interesse per il settore pubblico e mi sono specializzato in questo a partire dalla tesi di laurea. Tuttavia ciò non è sufficiente per superare concorsi di questo tipo, che, non solo sono concepiti per chi è già dentro, ma non testano affatto la preparazione e la cultura acquisita negli anni. Dobbiamo continuare a scrivere sui giornali per tenere alta l’attenzione, e se qualcuno conosce politici, questo è un buon momento per chiedere il loro aiuto, vista la campagna elettorale”. A sfogarsi non sono solo i giovanissimi: “Io ho 40 anni, mi sono laureato a 26 ed è da dopo la laurea che provo concorsi. Nel frattempo ho preso tante patacche inutili: master, specializzazioni, dottorati che non servono a nulla. Sono solo palliativi creati ad arte per sfruttare il disoccupato. Credo che tutto questo sistema sia stato creato ad arte: hanno sfornato migliaia di laureati e poi li hanno sfruttati facendogli fare corsi su corsi a pagamento con la speranza di un lavoro. Mi sembra che ormai i laureati siano solo vacche da mungere. Che schifo di Paese”. Nel frattempo si stanno raccogliendo firme per una petizione, che verrà consegnata all’Assessore regionale del lavoro Leo Caroli, con cui si chiede la modifica dell’art. 9.1 del bando, stabilendo il punteggio massimo conseguibile per i titoli di servizio ad un massimo di 3 punti, pari a quello degli “altri titoli”. Si pretende inoltre che tutti i candidati siano obbligati a sostenere le due prove preselettive e pertanto si chiede l’abolizione dell’art. 6 per la parte riguardante la possibilità di esonero.

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