Archivio Turiweb

La Voce del Paese – un network di idee

Attualità

“Nessuno di noi può sequestrare Dio!”

dgv

“Qui stasera sta accadendo un miracolo!”,  queste le parole di don Giorgio  Pugliese, responsabile diocesano dell’ecumenismo  e del dialogo religioso, ed  effettivamente la sera del 23 gennaio la  chiesa Madre di Turi è diventata cattedrale  dell’ecumenismo: cattolici, ortodossi,  protestanti e avventisti hanno  pregato assieme, scambiato gesti di fratellanza;  hanno,per una volta, messo da  parte quel che li divide per sottolineare  quel che più li unisce. È avvenuto tutto  ai piedi della statua di Gesù, a sottolineare,  quasi casualmente eppure in maniera  altamente simbolica che solo ponendo  lo sguardo su Gesù le chiese possono  trovare, se non l’unità, una strada comune  da percorrere. Cristo non può essere  diviso (1 Cor 1, 1-17). Le parole di san  Paolo sono divenute quest’anno il messaggio  per la settimana di preghiera per  l’unità dei cristiani, che ricorre proprio  nei giorni antecedenti al 25 gennaio, in  cui la chiesa ricorda san Paolo e la sua  predicazione a tutto il mondo. Per la prima  volta, Turi ha accolto una serata ecumenica  diocesana, in cui pastori e fedeli  di varie chiese hanno potuto pregare insieme,  soffermandosi anche sui motivi  storici e teologici delle divisioni. Hanno  preso parte alla riflessione mons. Domenico  Padovano, vescovo della nostra  diocesi, il pastore Battista Nunzio Loiudice  e il pastore Avventista Petru Nyerges  Danci. Resta l’amaro in bocca per  l’assenza, tra i pastori, di delegati della  comunità ortodossa, pur discretamente  rappresentata da diversi fedeli presenti.  “Nonostante la nostra amicizia – ha sottolineato  il pastore Nunzio – negare le  distinzioni sarebbe impossibile. Anche  in un’epoca come questa di pluralismo,  in cui comunque abbiamo il dovere di  accogliere chi la pensa diversamente  da noi, non dobbiamo rinunciare alla  ricerca della verità. dgQuel che davvero  divide le chiese non è il divergere delle  dottrine, ma l’autoreferenzialità, il credere  di avere tutte le risposte in tasca.”  Mons. Padovano ha sottolineato come  l’integralismo sia una malattia dei cristiani,  “non è una difesa della fede ma  una degenerazione. Chi crede di avere il  monopolio su Dio fa morire la fede per  asfissia. Lo Spirito Santo soffia dove e  come vuole, slegato dalle strutture umane.”  Il pastore Petru ha ribadito che non  si deve cedere “alla tentazione di sequestrare  Dio, di rinchiuderlo nei propri  schemi”. Di grande portata emotiva è  stata la recita del “Padre nostro”, che ha  visto tutti i presenti prendersi per mano,  in modo che non si distinguessero più  le differenze di culto, mescolate nell’unica  preghiera insegnata da Gesù. Sulle  note di “Hevenu Shalom”, un segno di  pace ecumenico, in cui ognuno poteva  utilizzare la formula preferita, in un andirivieni  di abbracci e mani da stringere.  “Sarà così anche alla fine dei giorni – ha  detto il pastore Avventista – quando ci  ritroveremo a scambiarci la felicità nella  Gerusalemme celeste” (Applausi). La  serata si è conclusa con la partecipazione  del coro ecumenico di Conversano  “One love chorus”, formato da cattolici,  battisti e avventisti, e che ha sottolineato  , ancor più con la musica e il canto,  quanto siano comuni i patrimoni culturali  e spirituali delle diverse chiese.  Infine, dove non arrivano la preghiera  e la musica, arriva la condivisione  dinanzi ad un buffet in cui ognuno ha  generosamente offerto del suo. A fine  serata, mentre il coro intonava le ultime  strofe, ha fatto l’ingresso trionfale il  senatore Tonino Coppi, subito accolto  da don Giovanni Amodio con un caloroso  abbraccio. Un modo drastico per  ritornare sulla terra, segno che, anche  in Chiesa Madre, le elezioni comunali  sono imminenti.  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *