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“Tempo scuola”: argomento rimandato

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A seguito dell’articolo apparso la scorsa settimana “Il tempo scuola divide i genitori” siamo stati contattati da diversi genitori e docenti che ci hanno spiegato come la situazione esposta e denunciata dal gruppo dei genitori firmatari della petizione è data da uno spiacevole fraintendimento. In effetti, la proposta avanzata dai circa 80 genitori non è stata bocciata, bensì semplicemente rimandata e affrontata successivamente con maggiore attenzione dall’intero Consiglio e dal Preside.

Per l’occasione, pubblichiamo la lettera giunta in redazione come risposta a quanto lamentato nello scorso numero dal gruppo firmatario.

Come genitore-consigliere dell’Istituto Comprensivo “Resta-De Donato Giannini” eletta con 76 voti, ho ritenuto doveroso e necessario rispondere all’articolo pubblicato in data 7/6/2013 senza voler sollevare alcuna polemica, ma solo per onestà intellettuale e di appartenenza ad una pubblica istituzione, nonchè come “addetto ai lavori” in quanto docente di scuola primaria.

In merito al Consiglio d’Istituto tenutosi in data 30/05/2013, alla presenza di alcuni genitori e in riferimento alla discussione del punto all’ordine del giorno “tempo scuola a.s. 2013/14” riporto la motivazione sostenuta dal preside prof. Brienza e dai consiglieri: con l’attivazione della settimana corta anche per la Scuola Secondaria di I°, la classe a tempo pieno, con 36 ore settimanali e due rientri pomeridiani, andrebbe ad effettuarne ben 4 di rientri pomeridiani, pesando sul rendimento didattico e non solo di 23 alunni. A tal proposito l’articolo del 7/6/2013 non mette in evidenza che il Capo d’Istituto, coadiuvato dal Consiglio, non ha rigettato la proposta fatta dai firmatari dell’istanza, ma ha solo spostato tale organizzazione non appena la suddetta classe avrà terminato il suo percorso didattico.

A mio parere sarebbe stato opportuno convocare in seduta straordinaria i rappresentanti dei genitori facenti parte del Consiglio d’Istituto, per informarli e per addivenire ad una soluzione condivisa prima della seduta ordinaria, richiesta dalla scuola, al fine di consentire una decisione unanime a garanzia di TUTTI gli alunni e della relative famiglie.

Personalmente non si è trattato di disinteresse-leggerezza, ma piuttosto si è votato cercando di salvaguardare i 23 alunni della Scuola Secondaria di I°. Sarebbe stato opportuno che, la delegazione dei genitori firmatari, avesse contattato, in modo preventivo i genitori consiglieri che avrebbero potuto raccogliere le idee e le motivazioni dei genitori interessati alle questioni.

Senza puntare il dito, è necessario sapere che l’organizzazione del tempo scuola è di competenza degli Organi collegiali di un Istituto, che grazie all’autonomia gestionale, tengono conto delle esigenze ambientali e sociali in cui opera la stessa scuola. Quindi ogni istituto o scuola si adatta alla condizione territoriale in cui opera e si organizza di conseguenza, scelta questa, difficile  da mettere in discussione anche da parte degli organi superiori, citati dal suddetto articolo.

Per quanto concerne, poi, il numero degli alunni da “accontentare” e il concetto relativo di “democrazia” ritengo che quest’ultima inizia e finisce quando anche ad un solo alunno è stata garantita la migliore forma di appartenenza alla scuola e come genitore e “addetto ai lavori”, in piena coscienza, ho esercitato il mio ruolo mettendomi al posto di quei singoli 23 alunni della classe a tempo pieno non salvaguardando alcun interesse personale.

È giusto che i genitori non si fermino se il loro agire è volto al bene dei figli, ma è anche giusto considerare che l’anno scolastico appena terminato è stato il primo anno di vita dell’Istituto Comprensivo, quindi un anno di passaggio sicuramente ricco di difficoltà, che però andranno superate, perché è necessario che i tre ordini  di scuola lavorino basandosi su criteri e motivazioni univoche e condivise da tutti gli operatori del mondo della scuola.

Redavid Angelita

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