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Casulli e i suoi 100km del Passatore

casulli

100 chilometri. 11 ore, 9 minuti e 52 secondi. Salite, freddo, pioggia, neve e grandine. Sono queste le parole chiave che riassumono l’impresa titanica compiuta da un nostro concittadino, iscritto all’associazione podistica DOF amatori, cimentatosi nella 41° ultramaratona del Passatore che porta da Firenze a Faenza. Parliamo di Angelo Casulli, 28 enne, voglioso di sfidare la natura e provare un’esperienza che pone una “normale” maratona di 42 km e 195 metri ai livelli di una passeggiata domenicale intorno all’isolato; una gara che spinge ai limiti delle possibilità fisiche e psicologiche chiunque la affronti, anche se molto allenato e con anni di esperienza alle spalle. Il nostro maratoneta ha tagliato il traguardo correndo ad una media di 6 minuti e 40 al kilometro. È giunto 294° assoluto, su 1451 arrivati (oltre 2 mila gli iscritti e circa 1750 i partenti), e 20° nella categoria di appartenenza (TM). Un risultato andato ben oltre le aspettative, date le condizioni meteo alquanto proibitive che hanno sconvolto i piani degli atleti da inizio a fine gara. Ricordiamo che il percorso è caratterizzato da notevoli dislivelli: si va da quote di 35 metri sul livello del mare fino ai 913 del Passo delle Colla di Casaglia. Casulli, nonostante tutto, è riuscito a mantenere costante il suo ritmo, percorrendo i primi 31,5 km ad una velocità di 5 minuti e 29 secondi al km, e attestandosi per quasi tutto il resto della gara intorno ai 7 min/km. Partito alle 15.00 del pomeriggio, è arrivato a destinazione poco dopo la mezzanotte. Ecco le sue parole al ritorno: “In 41 anni, questo è stato il primo ad aver assunto i connotati di gara massacrante. Il clima non è stato dalla nostra parte; un pugno in pieno volto per me esordiente. Non avevo mai provato così tanto freddo e non riuscivo a ripartire dopo le soste dei ristori. Quando mi sono cambiato gli indumenti al 48° km, il medico non voleva farmi più ripartire; tremavo e non riuscivo nemmeno a parlare, ma per istinto ho ripreso a correre a tutta velocità in discesa per riscaldarmi il prima possibile. Poi la difficoltà è stata dal 65° km, al buoi, solo, con il Garmin (orologio GPS, ndr) ormai scarico. Non avevo più un barlume di speranza di giungere al traguardo. La mia unica scelta era affrontare i km poco alla volta, fermandomi ad ogni ristoro per idratarmi e mangiare qualcosa. Ma era tutto vano: negli ultimi km non riuscivo nemmeno a mangiare, avevo lo stomaco a pezzi, le caviglie gonfie e infiammate, ma la voglia di arrivare al traguardo era più forte di tutti i dolori. Che dire… un’esperienza unica, la più dura della mia vita. Sono soddisfatto non del tempo impiegato, ma nella forza di volontà che ci ho messo nell’affrontare le fasi finali.” E se gli chiediamo se lo rifarebbe l’anno prossimo, ecco cosa ci risponde: “Mi informerò prima sul meteo!”

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