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Impegno per Turi: “Sul Pug ci doveva essere una consultazione pubblica”

 impegno x turi

 

 

SUL PUG……..

Segnaliamo, per cominciare, come a seguito della “bocciatura” del PUG da parte della Regione non si sia aperto subito un dibattito pubblico. L’amministrazione ha avviato un procedimento di verifica e consultazioni di cui pochi sanno. Nessun coinvolgimento della collettività e neppure dei tecnici turesi. Per tali ragioni avevamo chiesto un consiglio comunale dedicato all’argomento. Abbiamo ottenuto solo un incontro informale tra i consiglieri, il sindaco, il redattore del Piano e l’Ingegnere Comunale e, comunque, nessuna risposta ufficiale. Abbiamo preso atto che il Sindaco ritiene di non doversi assumere responsabilità su un piano adottato da “altri”. Quasi che un Sindaco possa arrogarsi il diritto di estraniarsi da un problema di tale portata, scaricandolo semplicemente sui tecnici comunali, sul redattore del piano e sugli amministratori che lo hanno preceduto.

Date le circostanze, appare evidente, quanto opportuno, chiarire le responsabilità, sia in merito alle procedure adottate, sia in merito ai contenuti tecnici del piano, così fortemente messi in discussione.

Anche la Regione dovrà attenersi al principio della “copianificazione” richiamato nel DRAG, che sembrerebbe essere stato disatteso, relegando il Comune di Turi al ruolo dell’alunno, semplicemente da promuovere o da bocciare. A meno che la Regione non abbia provveduto, nei mesi scorsi, ad inviare comunicazioni, esprimendo le sue obiezioni, fatti comunque di cui non saremmo stati messi al corrente.

E’ parso evidente, in ogni caso, che avere a Turi assessori provinciali e consiglieri regionali sia stato praticamente inutile.

Seguono alcune considerazioni sul PUG e le domande che il movimento “Impegno per Turi” sottoporrà ufficialmente all’Amministrazione Comunale.

CONSIDERAZIONI

Uno degli elementi su cui il progetto del PUG è fondato è il deficit di aree a Standard.

Gli standard disponibili ammonterebbero a 115000 mq circa, a fronte dei 287000 necessari al 2024.

Dalla documentazione pubblicata non si comprendono le modalità con cui tali superfici sarebbero state valutate.

Occorrerebbe distinguere, inoltre, tali aree per tipologia, secondo quanto riportato nel DM 1444/ 68.

Si ritiene opportuno procedere ad una più attenta valutazione di tali superfici, da parte dei redattori del piano.

Facendo la ricognizione del nostro territorio è sorto in noi il dubbio che tali superfici possano essere state sottostimate e che quindi, in realtà, questo deficit potrebbe essere minore di quello calcolato.

Se ciò fosse vero le conseguenze sarebbero rilevanti.

Infatti, in primo luogo, se il deficit di aree a standard fosse ridimensionato, non vi sarebbe ragione alcuna per affermare che nei lotti residuali della Zona B di completamento sia necessario cedere ulteriori aree a standard, salvo il caso in cui si dimostrasse che tali lotti, effettivamente, non hanno i requisiti per essere tipizzati come “B di completamento”.

(Fatti questi già affermati con gli emendamenti e malamente sostenuti sotto il profilo tecnico).

In secondo luogo, si ridurrebbe la necessità di reperire le aree a standard mancanti in zone del paese non ancora edificate.

In aggiunta, si potrebbe stimolare il recupero o riuso e la riqualificazione urbana, anche considerando l’idea dei premi volumetrici, a fronte di nuove tipologie edilizie e costruttive orientate alla ecosostenibilità ed al risparmio energetico.

In ultimo si ritiene di dover eliminare le zone “M” essendo già individuate aree destinate alle attività produttive (zona PIP) e di limitare, se possibile, l’estensione e gli indici di edificabilità delle zone F che sembrerebbero essere sovradimensionate.

DOMANDE

Stando le considerazioni svolte, si ritiene necessario che l’amministrazione fornisca adeguate risposte alle seguenti domande ed osservazioni:

  1. Quali superfici rientrano nei 34000 mq di standards dei progetti in corso? (si richiede di produrre elenco e tavola grafica di dettaglio);
  2. Si vorrebbero rassicurazioni (dal segretario generale?) circa i tempi da rispettare con riferimento alla LR 20/01 – art. 11 comma 9. Cioè: “promuovere” una conferenza di servizi entro 180 giorni significa che deve svolgersi entro 180 giorni, oppure “promuovere” vuol dire semplicemente attivare Comune e Regione per farli incontrare in un giorno qualsiasi, ovvero senza limiti temporali? Indicare nelle motivazioni i riferimenti legislativi.
  3. Chi doveva curare le procedure per avvio dei procedimenti relativi al decreto 152/06 (rapporto ambientale) e del piano di tutela delle acque?
  4.  Nella fase post adozione, lascia perplessi il fatto che gli elaborati tecnici nuovi, che accoglievano emendamenti ed osservazioni, non siano stati adeguatamente “pubblicizzati” e quindi quasi nessuno a Turi sapeva che potevano essere consultati. Chi doveva preoccuparsi di rendere noti alla cittadinanza questi documenti?
  5. Chiarire se ed in quale misura trova applicazione quanto disposto dal DM 1444/68 – art. 4 , comma 2, secondo capoverso. (secondo cui in zona B gli standard sarebbero 9mq/ab);
  6. Si richiede di rivedere il calcolo degli standards tenendo conto della effettiva possibilità di raggiungere alcuni servizi (es. campo sportivo via Conversano e palazzetto dello sport) anche a piedi, con tempi di percorrenza inferiori ai 25 minuti, inglobandoli negli standard di “interesse locale”;
  7. Si richiede di rivedere il calcolo degli standards sia locali che territoriali, visto che, sicuramente, ci sono state alcune importanti omissioni ( oasi ecologica, depuratore, piscine di Susa);
  8. Spiegare con quali criteri è stata dimensionata la zona “F”. A nostro avviso il parametro di riferimento dovrebbe essere 17,5 mq ad abitante.
  9. Si richiede di differenziare le tipologie di standard a disposizione e quelle future (verde, parcheggi etc). Oltre che obbligatorio, questo fatto è propedeutico alla programmazione dei lavori pubblici.
  10. Indicare elementi di sostenibilità economica del Piano. Dotare il paese di tutte queste superfici a Standard e servizi determina costi economici e sociali.
  11. Spiegare se ed in quale misura è possibile introdurre proposte di riqualificazione urbana. Ad esempio fissando unità minime di intervento da demolire e ricostruire solo in parte, con premi volumetrici (a fronte di tipologie edilizie orientate alla ecosostenibilità ed al risparmio energetico) liberando aree a standard in zona B. (ad es. parcheggi).
  12. Si richiede di argomentare meglio la previsione di sviluppo demografico e di conseguenza il fabbisogno di vani.
  13. Nel corso della riunione informale del 14/11/12 è stato affermato che la “zonizzazione” non è più modificabile, nemmeno in riduzione (ad esempio nelle zone ex agricole). Si chiede di documentare puntualmente tale asserzione, con i riferimenti normativi e legislativi del caso.

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