Bambarì: completata la terza aula
“Il settore educativo è importantissimo: l’80% della popolazione è ancora analfabeta, ad una persona ignorante è facile dare in mano un’arma per uccidere …. soprattutto se ha bisogno di sopravvivere … né un popolo che non è educato ed istruito, può farsi carico di se stesso. La scuola è una necessità che non è più possibile rimandare… Purtroppo noi da soli non possiamo provvedere a questa necessità, possiamo però mobilitare la gente dei villaggi a partecipare: con la terra farebbero i mattoni, sarebbero pronti a costruire la struttura, a collaborare….”. Con queste parole di Don Firmino terminava l’intervista che Maria Pia Lenato, vice presidente dell’Ass. Umanità Solidale Glocal, ha realizzato nell’agosto 2007 per ‘Il Paese’.
Da quale momento il progetto “Turi per una scuola a Bambarì” avviato dall’associazione turese ha preso sempre più piede e nel corso di questi ultimi anni, accompagnati dai parroci Don Firmino, prima e Don Felicien, poi, sta cercando di concretizzare. Ma la difficoltà di comunicare con questa terra, l’ostacolo dato dalla cultura e dalla politica locale creano un impedimento per la prosecuzione dei lavori.
In occasione del Sinodo mondiale dei vescovi, Sua Eccellenza Edouard Mathos, Vescovo di Bambarì e Presidente della Conferenza Episcopale Centrafricana ha ricevuto nella giornata di sabato 27 il presidente dell’Associazione U.S.G., Antonio Coletta per comprendere le fasi successive del progetto della scuola a Bambarì.
Al suo ritorno da Roma, lo abbiamo incontrato per chiedergli un resoconto del colloquio. “Preciso che quello di cui stiamo parlando non è un progetto finalizzato alla costruzione di una scuola elementare o media, bensì per i ragazzi dell’età da liceo”, affinchè imparino un mestiere, una professione, acquisiscano nozioni tecniche e pratiche, in modo da poter essere poi utili per la loro comunità e non cadere nelle mani di chi dà loro un’arma per imparare a sopravvivere.
“In mancanza di una struttura fisica e docente, ci siamo attivati inviando la prima tranche che la nostra Associazione, grazie alla volontà dei turesi, ha raccolto e con questi hanno potuto recuperare due aule di una struttura in precedenza sequestrata alla Diocesi di Bambarì, accanto alla stessa Cattedrale e in seguito restituita ma in cattive condizioni”. Qui sono già avviate le attività didattiche ma il lavoro ha rallentato e non è stato possibile inviare altri aiuti.
L’ostacolo più grande è stato quello della comunicazione poiché il nuovo regime politico della Repubblica Centrafricana ha tagliato le linee internet e ha reso difficoltoso, anche per lo stesso Don Felicien, avere contatto con la Diocesi e comprendere come la stessa “intendeva proseguire i lavori con la seconda tranche dei soldi che avremmo loro inviato”.
L’occasione del Sinodo romano è stata perciò favorevole alle necessità dell’Associazione turese che, tramite il suo presidente ha stretto un contatto più istituzionale con il luogo, dove comunque si è formato un gruppo locale di U.S.G. di genitori degli alunni e che sono “un occhio e un braccio sempre vigile e costante della nostra associazione sul territorio e sul nostro progetto”.
“Dall’edificio restituito alla Diocesi – attraverso le parole istituzionali del Vescovo – abbiamo avuto certezza che è stata recuperata e attivata una terza aula e questo ci ha tranquillizzati nell’inviare la seconda parte di aiuti alla loro comunità”. Sua Eccellenza Edouard Mathos già a conoscenza del progetto e delle fasi dei lavori, sarà il canale ufficiale di comunicazione tra la Diocesi di Bambarì e l’Associazione turese, fino a nomina di un referente per gli affari scolastici della Diocesi.
“Come associazione – conclude infine il presidente Coletta – dobbiamo ringraziare Angelo Palmisano e la moglie l’arch. Angela Rossi che ci stanno dando una mano nel gestire tale progetto e che ci hanno comunicato l’intenzione di andare a Bambarì”.
Il lavoro dell’Associazione Umanità Solidale Glocal quindi prosegue e si alimenta della volontà di chi ha voglia dedicare qualche minuto della propria giornata all’integrazione e alla conoscenza di culture lontane dalle nostre e di chi può contribuire al completamento di questo importante progetto per la comunità di Bambarì.