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Cassano: “Controlliamo il randagismo su tutto il territorio”

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Egr. direttore,

un brocardo latino recita “Nemo propheta in patria” e la questione dei cani randagi, sollevata in un suo articolo del 14 settembre scorso, rende perfettamente l’idea.

In primis, mi permetta di fare delle precisazioni: lo scorso anno, così come certificato dal bilancio consuntivo, il costo complessivo per la prevenzione del randagismo e la sterilizzazione dei cani padronali è stato di € 92.000,00 circa: di questi, circa 50 mila sono stati utilizzati per il ricovero degli 80 cani presso il canile rifugio di Cassano (attualmente la ASL di Cassano non autorizza più i ricoveri di cani da altri distretti come il nostro), circa 25 mila sono stati utilizzati per la gestione del nostro canile sanitario (dove all’interno è funzionante e gestito dalla ASL un ambulatorio veterinario, utilizzato anche per le sterilizzazioni), 9 mila per le cure dei cani randagi e lo smaltimento delle carcasse, e 6 mila per pagare le adozioni dei randagi (ricordo che il comune di Turi contribuisce con 50 centesimi giornalieri al mantenimento dei cani adottati) e per il contributo per le sterilizzazioni dei cani padronali (è stata stipulata apposita convenzione con i veterinari locali per sterilizzare i cani al prezzo di € 100,00 di cui la metà è il contributo comunale).

Come si evince, i 92 mila euro (non oltre 100 mila come lei scrive!!) hanno un utilizzo a largo spettro, finalizzato alla lotta al fenomeno del randagismo; quello di cui non si tiene conto è che, anche se fossero quei soldi utilizzati interamente per la costruzione del canile rifugio, il mantenimento dei cani nel rifugio di Cassano e nel canile sanitario di Turi deve essere comunque assicurato.

Confrontando i dati del 2011 con quelli del 2007, si può apprezzare lo sforzo per contenere i costi che ha fatto il comune di Turi. Cinque anni fà, la sola spesa per i cani ospitati nel canile di Cassano era pari a 95 mila euro (di fatto dimezzata!!) e la spesa complessiva per la gestione dei randagi era di € 112.000,00; la riduzione è di ventimila euro all’anno.

A questo punto, mi consenta di fare alcune considerazioni generali.

Deve convenire che la lotta al fenomeno del randagismo, alle nostre latitudini e abitudini culturali, è impresa molto difficile.

In questi anni, si è cercato in tutti i modi di contrastare efficacemente il fenomeno del randagismo, primo, con i controlli dei cani padronali che, lo ricordo, devono essere obbligatoriamente microchippati e anagrafati; in caso contrario, si procede a sanzionare il proprietario e ad iscrivere d’ufficio il cane all’anagrafe comunale e regionale. Per potenziare i controlli, entro quest’anno contiamo di convenzionarci con le guardie zoofile, per incrementare le verifiche soprattutto nelle masserie sparpagliate sul territorio.

Oltre ai controlli, abbiamo iniziato campagne di sterilizzazione dei cani randagi che, dopo un periodo di osservazione e il nulla osta del veterinario della ASL, sono reimmessi sul territorio. Ciò non è “follia”, come lei scrive, ma rappresenta una pratica efficace di controllo del fenomeno del randagismo, prescritta dalla legge regionale n. 12/95, che all’art. 5 recita “Le autorità sanitarie locali possono disporre la reimmissione sul territorio di provenienza degli animali sottoposti a preventivo intervento di sterilizzazione. Il Comune provvede a effettuare una polizza per eventuali danni”.

I nostri randagi, reimmessi sul territorio, sono sterilizzati, coperti di assicurazione, legata al microchip, e continuamente monitorati dai volontari.

Altro strumento di contrasto al randagismo è quello delle adozioni: dal 2011 ad oggi novantacinque sono stati i cani dati in adozione, numero notevole grazie soprattutto all’impegno del Sig. Gaetano Pirulli, volontario della Lega Nazionale della difesa del cane.

Punctum dolens è sicuramente per il comune di Turi avere un proprio canile rifugio; si sta pensando di promuovere una collaborazione con le associazioni di volontariato presenti sul territorio, sfruttando la formula del project financing; l’unica cosa certa è che l’ex mattatoio non potrà mai esserne la sede, perché troppo vicino al centro abitato.

In conclusione, mi lasci dire che spesso, ad alimentare il fenomeno del randagismo, è la cattiva cultura di qualche nostro concittadino, abituato a trattare il cane come il suo migliore amico sino a quando, stanco del quadrupede domestico, non decide di abbandonarlo sotto il primo marciapiede; il fenomeno interessa sopratutto i cuccioli, abbandonati una volta cresciuti.

Caro direttore, la nostra gestione del fenomeno del randagismo può essere non completa, ma non è né fantasiosa e né improduttiva. La ringrazio e la saluto ricordando che l’unica lacrima che Ulisse versa nell’Iliade è per Argo, il suo cane.

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