Quando l’arte marziale è disciplina, prima che uno sport
Una giornata da campioni per i giovani atleti dell’Albanese Fight team – Club Okinawa Turi.
Le società provenienti dalle province di Bari e Brindisi, si sono dati appuntamento a Monopoli per partecipare ad un torneo di K1 light, utile soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti che vedranno in palio titoli regionali, nazionali ed intercontinentali.
Patrocinato dall’I.K.T.A., sono saliti sul ring oltre cinquanta giovani combattenti, suddivisi in base ad età e peso.
Del team Albanese ben due ragazzi hanno voluto affrontare l’atmosfera della gara: il pluricampione Antonio Cistulli e la new enty Francesco Laera.
Dopo pochi round, il primo atleta dell’Asd Club Okinawa di Turi a sfidare la tensione da gara è stato il ventenne Laera che, alla sua prima esperienza, ha dovuto fare i conti non soltanto con i pugni e calci dell’avversario, ma anche contro un guerriero che spesso sembra essere invincibile: l’emozione.
Due round non sono stati sufficienti per batterlo e così ha dovuto cedere al verdetto finale dei giudici, portando a casa comunque un importantissimo secondo posto ed una prova indiscutibilmente positiva.
A chiudere la giornata sportiva, dopo tanti combattimenti dove il rispetto ed il fair play sono stati i veri protagonisti, il turese Antonio Casulli.
Ormai sempre più noto per la sua tecnica e tenacia, anche gli organizzatori riservano i suoi incontri per il termine dell’evento, così da regalare al pubblico uno spettacolo che compensa una giornata densa di emozioni, ansia ed attesa.
Casulli ovviamente non poteva smentire tale aspettativa. Due incontri gestiti con padronanza, sfoderando la sua sempre più raffinata tecnica, pur sprigionando ad ogni pugno e calcio, immensa umiltà e rispetto per la disciplina che pratica.
Un altro importante titolo che conferma la sua ottima preparazione, ma soprattutto una prestazione che lascia ben sperare per le prossime gare in calendario.
La vera rivelazione della giornata però è stato l’incontro che ha lasciato stupiti tutti i presenti in sala, ovvero il combattimento della mascotte della Club Okinawa, lo special one: Biagio Albanese.
Un piccolo guerriero. Sguardo dolce e tenero, vocina tipica di un bimbo che ha tanta voglia di giocare, sorriso ipnotizzante, ma quando indossa i guantoni, ha pugni e calci di ferro, da vero combattente. Figlio d’arte, ha voglia di far capire da subito che il suo futuro sarà sul ring e sicuramente con la voglia di vincere, mentre il suo papà è all’angolo come coach.
“Spesso le arti marziali sono considerate sport violenti, non adatti ai bambini e quindi si preferiscono altre attività. In realtà sono proprio queste pratiche che pongono come fondamento per la crescita dell’atleta il rispetto verso il proprio avversario e verso tutto ciò che ci circonda”.
“Quando noi dello staff dell’Asd Club Okinawa di Turi ci riuniamo per programmare gli allenamenti sia del karate sia della Muay Thai, partiamo dal presupposto che il vero campione non è chi vince un torneo, ma chi termina l’allenamento o una gara, con la consapevolezza che ha aggiunto un altro importante tassello per la sua crescita”.
Con queste parole, il maestro Antonio Albanese esprime l’importanza di trasmettere i valori delle arti marziali, ancor prima di insegnare ai propri atleti come salire sul ring.